Ma i parchi, servono? Qualcuno pensa che se non fanno cassa e gravano sul bilancio pubblico vadano tolti di mezzo e regalati agli interessi speculativi. Purtroppo posizioni del genere prosperano negli ambiti istituzionali e della politica regionale.
La Regione Veneto ha un atteggiamento ambiguo e contraddittorio visto che da un lato riconosce che i Parchi e le Riserve Regionali “rivestono una grande importanza strategica nella politica di tutela e riqualificazione del territorio, inquadrandosi come elementi di connessione ed integrazione tra il sistema del verde urbano e quello delle aree protette di interesse regionale, permettendo la tutela di vaste aree a vocazione agricola, la conservazione della biodiversità, la creazione di corridoi ecologici e la valorizzazione del paesaggio tradizionale” (*) e dall’altro, attraverso il fuoco incrociato del Pdl 143 e dell’art. 70 della Legge Regionale 30 dicembre 2016, n. 30 “Collegato alla legge di stabilità regionale 2017”, sta mettendo in atto un pericoloso tentativo di disgregazione dei Parchi Regionali.
E in che maniera?
Il progetto di legge regionale n.143, che è in discussione in questi giorni ma che ben dal 2012 è stato formulata dalla giunta regionale, andrebbe a sostituire sia la legge quadro sui parchi regionali, la 40/’84, che ampie parti delle singole leggi istitutive dei parchi regionali, generando ambiguità e ampi margini di inapplicabilità. Inoltre, in questo modo, tutte le aree parco vengono uniformate sia sotto il profilo delle finalità che delle modalità di gestione, pur trattandosi di aree molto diversificate tra loro.
In riferimento al Parco dei Colli Euganei vi sarebbero delle conseguenze nefaste: il progetto di legge afferma il principio di separazione tra natura, ambiente, territorio e paesaggio, assegnando ai parchi regionali delle finalità limitate esclusivamente alla gestione “naturalistica” delle aree. Esclude invece ogni competenza sugli aspetti paesaggistici, urbanistico-territoriali e ambientali. Impostazione discutibile sul piano generale ma discutibile in particolare per un parco come quello dei Colli Euganei.
Non c’è dubbio che la caratteristica fondamentale dei Colli Euganei sia quella di essere un territorio assolutamente originale sotto il profilo geologico-naturalistico, ma allo stesso tempo di presentare un densissimo intreccio tra questi aspetti e quelli, spesso straordinariamente qualificanti, legati ad una presenza millenaria e diffusa dell’uomo. Impossibile e oltremodo artificioso dividere qui natura-paesaggio-ambiente e territorio. E in effetti di questa realtà hanno tenuto pienamente conto la legge 38/’89 istitutiva del Parco e il successivo Piano Ambientale approvato dal Consiglio regionale il 7.10.1998.
Contemporaneamente, l’art. 70 della Legge Regionale 30 dicembre 2016, n. 30 “Collegato alla legge di stabilità regionale 2017” (un emendamento alla legge finanziaria!) punta a svuotare il piano ambientale del Parco dei Colli Euganei e a ridurne il perimetro. Restringere i confini del Parco è una scelta sbagliata e poco lungimirante che minerebbe alla radice l’unitarietà del paesaggio euganeo, riconosciuto a livello internazionale come bene unico e irripetibile. Colpire il disegno unitario del Parco significa, infatti, far morire sul nascere prestigiosi obiettivi come quelli riguardanti l’istituzione del Biodistretto, la candidatura MaB-Unesco, l’organizzazione di gestione della destinazione (ODG) unitaria Terme e Colli Euganei.
Ma la Regione non va a toccare proprio ciò che invece avrebbe bisogno urgente di una riforma: la governance del Parco. Gli stessi sindaci del Parco, che lo hanno amministrato in questi anni, hanno riconosciuto che questo tipo di gestione si è dimostrata fallimentare. Nel Pdl 143 è addirittura stata esclusa la presenza di cinque componenti esterni in consiglio: rappresentati delle associazioni di categoria, ambientalisti, gruppi culturali.
Le associazioni ambientaliste del territorio stanno portando le proprie ragioni, critiche e suggerimenti sul tavolo regionale. In particolare in questi giorni è stata inviata, al consiglio regionale, una proposta di emendamenti al Pdl 143, pur premettendo che il percorso per la riforma dei Parchi Regionali dovrebbe essere ben altro (prima la Legge quadro, e poi la modifica delle leggi istitutive dei singoli parchi).
Contemporaneamente, sulla convinzione che il Parco vada gestito in modo responsabile e attento sia alle esigenze di salute e di lavoro dei residenti sia alla estesa valorizzazione del territorio e delle sue potenzialità, è nato un forte Movimento dal basso – composto di amministratori, associazioni, comitati, categorie economiche e semplici cittadini – che con la parola d’ordine “Salviamo il Parco dei Colli Euganei” sta sviluppando una serie di manifestazioni alle quali partecipano centinaia e centinaia di persone.