Monselice: Un grande movimento civico contro lo smaltimento dei CSS nel cementificio

Migliaia di persone, appartenenti ad associazioni ambientaliste, comitati, sindaci del territorio, esponenti politici, ma soprattutto cittadini del territorio di Monselice e della Bassa Padovana, sono scesi in piazza, sabato scorso, contro il progetto di trasformare il cementificio Zillo in un inceneritore di CSS (Combustibile Solido Secondario).

 

Questo il video realizzato da Francesco Vettore.

Un corteo numeroso e trasversale, colorato e determinato, promosso da #NOCSS Movimento civico “cambiamo aria”, ha attraversato le vie del paese e si è diretto ai cancelli dello stabilimento, per dire che non è più disposto a barattare gli interessi dei gestori del cementificio e dei “loro” rappresentanti politici con la propria salute e tanto meno con quella dei propri figli.

Il progetto Zillo prevede di utilizzare 52.000 tonnellate/anno (circa. 2000 camion) di CSS, in sostituzione di 37.000 t/a di Pet-coke, all’interno del cementificio. Lo fa in virtù di quel famigerato Decreto Clini del 2013 che in modo compiacente trasforma i rifiuti in prodotto.  Ma chi brucia rifiuti (comunque denominati), diventa a tutti gli effetti un inceneritore.

Bisogna tener presente, però, che i limiti di emissioni imposti ad un cementificio sono diverse volte superiori a quelli di un inceneritore e autorevoli studi hanno dimostrato che questo genere di smaltimento causa una maggior produzione ed emissione di metalli pesanti nell’aria, come ci dice anche la netta presa di posizione dell’ISDE (medici per l’ambiente). Uno studio che mette in evidenza significativi incrementi di mortalità per tumori maligni di colon-retto, colecisti, stomaco, vescica, nei residenti in prossimità di cementifici con co-combustione di rifiuti.

Dobbiamo sottolineare come, oltre a numerosi residenti, nell’area entro i 500m dal cementificio si trovino tre poli scolastici, con una presenza di migliaia di giovani e bambini, che si troveranno sotto i fumi maggiormente inquinanti.

Il secondo punto, ma non per importanza, è quello che guarda al ruolo che l’amministrazione comunale ha giocato in questa partita. Il sindaco e l’assessorato all’ambiente hanno pensato di tenere ben nascosta tutta la vicenda ai cittadini, per tutelare gli interessi del cementificio. Un atto estremamente grave da parte di chi dovrebbe garantire gli interessi collettivi e che viceversa vede nei cittadini un limite a quelli privati.

Su un caso tanto delicato, visto anche i trascorsi di questo territorio dove insistevano 3 cementifici nel raggio di 5 Km, era doverosa l’informazione ed una successiva consultazione di tutti gli abitanti di Monselice e dei comuni limitrofi, dato che i fumi e l’inquinamento non conoscono confini comunali.

In tutto il territorio, a partire da questa vicenda, si è costituito un grande movimento civico, che prima della riuscita manifestazione dello scorso sabato, si è dato appuntamento in numerose e sempre più partecipate assemblee, raccolte di firme, che hanno portato alla costruzione di una serata a microfono aperto, dove duemila cittadini si sono ritrovati, davanti al comune di Monselice, per argomentare e rilanciare le ragioni della propria contrarietà a questo scempio ambientale.

Quello che si sta costituendo nella Bassa Padovana è un movimento forte e consapevole, che non ha intenzione di fare passi indietro fino a che il cementificio Zillo, la giunta Lunghi e la Commissione Tecnica Provinciale Ambiente non bloccheranno e ritireranno il progetto.

I drappi che da settimane stanno alle finestre di tantissime case della Bassa Padovana, con le loro scritte “NO CSS”, continueranno a sventolare.

Perché, come abbiamo già detto, le persone non sono più disposte a barattare il proprio territorio e la propria salute con gli interessi economici di alcuno.

La manifestazione del 15 ottobre rappresenta un nuovo punto di partenza e, con sempre più determinazione, si andrà ovunque sarà necessario, dai municipi del territorio, fino dal palazzo della Regione Veneto. Una mobilitazione che cercherà di trasformare Monselice da città dei cementifici e dell’inquinamento, in un Comune a “rifiuti zero”, in un territorio dove non aver paura di far crescere i propri figli, perché “l’aria” sarà migliore, perché sarà cambiata!

La storia ci insegna che tutto ciò è possibile,  visto che qui non si sono bruciati “copertoni”, qui non si sono bruciate “farine animali infette”, qui non si è dovuto subire un revamping di un cementificio, qui non si è permesso che ci fosse un elettrodotto aereo da 132 kV sopra le teste dei  figli, qui non si è concessa l’istallazione di inceneritori di pollina, impianti biogas..

La partita è in corso ed è tutt’altro che chiusa: capita, a volte, che anche il Leicester vinca il campionato.

 

 

 

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