Dalla Rocca all’area Italcementi: gli spunti di un convegno

“Ricostruzione del paesaggio euganeo – per la valorizzazione del territorio e la creazione di nuove forme di occupazione”. Questo il titolo dell’incontro organizzato dal Comitato popolare Lasciateci respirare il 19 febbraio scorso a #Monselice. Una serata che ha fornito spunti interessanti per il territorio e sui quali riteniamo sia fondamentale il coinvolgimento di tutta la cittadinanza.

tesi 8Non avevamo la pretesa di dare indicazioni esaustive alla risoluzione del complesso problema con il quale tutto il territorio deve misurarsi, ma abbiamo voluto gettare le basi di una riflessione di ampio respiro, non ristretta al singolo lotto, ma che coinvolge l’area estesa che dalla Rocca abbraccia l’attuale stabilimento dismesso da Italcementi. Infatti dobbiamo partire dai bisogni e cominciare a pretendere di conoscerli meglio, avremo così un’indicazione su cosa dobbiamo e cosa dobbiamo smettere di fare. Occorre che la comunità riprenda fiducia nella possibilità e nell’opportunità di partecipare alla costruzione del proprio destino.

Di fronte alla necessità di affrontare un nuovo scenario, dato dalla chiusura definitiva dello stabilimento Italcementi, dall’imminente cambio di proprietà del gruppo cementiero recentemente ceduto alla multinazionale Heidelberg, abbiamo ritenuto importante riaprire il dibattito sul futuro dell’area e sulla costruzione di nuove prospettive occupazionali.

L’incontro è iniziato con l’illustrazione di alcune tesi di laurea, nelle diverse materie (economica, agro-forestale, paesaggistico-architettonica), riguardanti il Colle della Rocca (Patrizia Pegoraro, Alberto Sguotti e Claudio Del Padrone), e con un breve excursus dei proposte progettuali realizzate dal Comitato Lasciateci Respirare nell’ultimo anno.

Patrizia Pegoraro, laureata in economia dell’ambiente con una tesi “la Rocca di Monselice tra tutela dell’ambiente e dei beni comuni” ha spiegato come la bellezza del paesaggio, la tutela dell’ambiente naturale e il conflitto tra interessi collettivi e particolari siano temi che si intrecciano e incidono direttamente sul bene comune e sui diritti fondamentali delle persone. In questo periodo di crisi sociale, economica ed ambientale riscoprire il valore dei beni comuni e pensare a nuove modalità per la loro gestione può essere un’opportunità concreta e sostenibile. Patrizia ha analizzato il Colle della Rocca quale esempio di bene comune ambientale locale: come testimoniano analisi storiche, i Monselicensi hanno sempre ribadito la proprietà comune del Colle garantita da un “diritto di libero accesso”. Tale diritto è disciplinato nei principi fondamentali della Costituzione all’art. 9 dove lo Stato “tutela il paesaggio” in nome della collettività. Analizzando le ultime vicende che hanno interessato il Colle, soprattutto riguardo il caso dell’ascensore, si è riscontrato che nonostante la proprietà sia pubblica ci sono state alcune debolezze nel sistema di tutela del bene e nel coinvolgimento della popolazione.

tesi 10Alberto Sguotti, architetto, ha presentato il suo progetto di recupero della cava della Rocca, con interventi progettuali anche arditi e volutamente provocatori, che risponde al pesante processo di escavazione del secolo scorso che ha compromesso gravemente buona parte del sistema architettonico medioevale. Il progetto propone di riconnettere il centro di Monselice con il Parco dei Colli Euganei attraverso un sistema di ponti faunistici, piste ciclabili e percorsi pedonali, potenziando le reti ecologiche ed il traffico locale interrotti dalle infrastrutture. Il fulcro del progetto è la Cava Grande, la quale ricollega le diverse parti della città proponendo nuovi ambiti per attività culturali, sportive e di svago. Al suo interno un elemento monumentale, che rievoca la vecchia Torre della Regina, ospita spazi per l’arrampicata sportiva, conferenze, spettacoli, bird watching ed un museo sul territorio euganeo e sulle attività estrattive che lo hanno interessato. L’esposizione continua all’interno del colle attraverso il recupero di un tunnel antiaereo della Seconda Guerra Mondiale e dello scavo dell’ascensore progettato per la risalita che non è mai stato concluso. Le nuove costruzione progettate hanno quindi una doppia funzione: integrare le attività esistenti con nuovi spazi e servizi e mettere in sicurezza la parte basamentale dei fronti di cava, impedendo ai processi franosi di raggiungere gli spazi pubblici aperti.

tesi 5Claudio Del Padrone, agronomo forestale, ha sviluppato la sua tesi di laurea sulla cava della Rocca lavorando assieme e in parallelo ad Alberto, analizzando l’evoluzione storica ambientale e formulando una proposta per la valorizzazione e integrazione nel paesaggio attuale. La tesi mira alla riqualificazione ambientale e paesaggistica dei luoghi, al miglioramento della qualità degli ambienti urbani tramite l’incremento della dotazione di aree e spazi verdi, al riuso dei volumi esistenti con funzione di documentazione e servizio, alla tutela dei complessi di valore storico, architettonico e testimoniale, alla creazione di percorsi per la scoperta e la valorizzazione delle ricchezze naturali e storiche del territorio.

Alberto Sguotti e Claudio del Padrone, dopo la laurea, hanno dato seguito al loro percorso di studio e progettazione sul territorio monselicense, collaborando col Comitato Lasciateci Respirare alle varie proposte progettuali che sono state presentate in questi ultimi anni: le migliorie al tratto monselicense dell’anello ciclabile dei Colli Euganei,  il collegamento ciclabile tra la frazione di San Bortolo e il centro di Monselice, la proposta di valorizzazione e fruizione del Colle della Rocca.

fotogramma 3Questa prima parte della serata ha contestualizzato la tesi di laurea magistrale in architettura di Elena FavaroAmalia Mazzetto e Filippo Parolin, “Area Italcementi, dall’archeologia della produzione alla produzione del paesaggio”, che sviluppa la proposta di trasformare l’area dell’ex cementificio Italcementi in un parco agricolo dei Colli Euganei. L’idea sostenuta dalla tesi di non demolire completamente per ricostruire, ma di operare nel recupero e nel riutilizzo degli spazi, mantenendo i tratti caratterizzanti dell’archeologia industriale presente e facendola riconciliare col paesaggio circostante, ha fornito spunti di grande interesse e dimostra la necessità di affrontare il tema con un approccio complessivo.

Il raccordo e l’approfondimento dei temi sollevati sono stati affidati a Margherita Vanore, ricercatrice e docente di composizione architettonica e urbana allo IUAV di Venezia, che si occupa (coordinatrice dell’unità di ricerca Iuav) di “Architettura e paesaggi della produzione”. È relatrice di numerose tesi di laurea – e tra queste anche quelle presentate durante la serata –  incentrate sul progetto di valorizzazione dei luoghi dell’abitare, del patrimonio culturale di contesti stratificati, degli spazi intermedi, residuali o interrotti generati dalle infrastrutture e dai processi di produzione. Margherita Vanore ha trattato il tema della trasformazione dei “paesaggi della produzione” (concetto molto più ampio e globale del termine “archeologia industriale”, che si ritiene superato)  attraverso progetti adeguati e sostenibili, in grado di qualificare il paesaggio, di rispondere alle necessità di tutela e messa in sicurezza del territorio. Gli esempi illustrati – realizzati prevalentemente in città del Nord Europa – hanno fatto capire che la sostenibilità ambientale non distrugge posti di lavoro, come talvolta viene affermato; al contrario, se gestita in modo appropriato, può creare posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, può contribuire alla riduzione della povertà e all’inclusione sociale.

Il dibattito che è seguito, ha visto intervenire Gianni Sandon, ambientalista storico e consigliere del Parco dei Colli Euganei, che ha trasposto gli esempi mostrati da Margherita Vanore a situazioni ritrovabili nei Colli Euganei, per i quali i “paesaggi della produzione”  possono essere identificati nei vecchi calcifici ma anche nelle case coloniche e nelle ville venete per le quali l’attività agricola rappresentava “la produzione”. Sandon ha fatto presente come, in maniera positiva e illuminata, il piano ambientale dei Colli Euganei, avesse pianificato per ognuna di queste peculiarità, dei progetti specifici di valorizzazione, progetti che purtroppo sono rimasti sulla carta.

Il sindaco di Baone, Luciano Zampieri, ha sostenuto con forza l’importanza della partecipazione di cittadini e associazioni ai progetti e alle discussioni che riguardano il territorio e alla responsabilità, che hanno gli amministratori, nell’agire nella massima trasparenza e chiarezza nei confronti dei cittadini. 

Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca e presidente del Parco dei Colli Euganei, ha criticato la “burocrazia” ,  inclusa quelle dell’Ente Parco, che rende molto difficile agli imprenditori avviare attività economiche all’interno del Parco Stesso.

Hanno parlato infine anche le rappresentanze sindacali  della Fillea Cgil e della Filca Cisl, a voce di Dario Verdicchio, inquadrando l’attuale situazione dello stabilimento di Italcementi, in questa fase di transizione che prevede il subentro di Heidelberg. I sindacalisti hanno rimarcato da un lato la necessità di agire tempestivamente in un progetto di riconversione dell’area che parta dai bisogni reali dei lavoratori e del territorio, dall’altro nel far riconoscere ufficialmente , da parte del governo italiano, la Bassa Padovana come area di crisi produttiva.

tesi 7Una serata importante per i contenuti e per l’attenzione che ricrea sul nodo della riconversione di un’area e sui possibili ritorni occupazionali e ambientali per un intero territorio.

Comitato popolare “Lasciateci Respirare” 

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