Sorridere mentre si va via. Un dono immenso

A Michela Murgia, nei nostri incontri di Donne in Ekopark, ci siamo riferite molte volte per il suo modo profondo e allegro di essere femminista, per il suo coraggio di mettere in evidenza le contraddizioni e i pregiudizi che segnano la vita delle donne in questa nostra società. Per tutto questo le siamo riconoscenti e pubblichiamo qui l’articolo scritto su di lei da Graziella Priulla apparso nell’ultimo numero della rivista Vitamine Vaganti. Carla Manfrin

É stata una morte annunciata, quella di Michela Murgia, in questo caso proprio da lei con immenso coraggio e lucidità… la mia prima reazione quando hai sentito la notizia è stata che inevitabilmente ho pensato alla morte, quel futuro che esorcizziamo, rimuoviamo pur se fa parte della natura umana e in fondo della vita. Lei ce lo ha ricordato in quel suo modo sereno, attivo, positivo perfino in mezzo al dolore. Insegnare qualcosa di grande mentre si vive, di grandissimo mentre si va via, è un dono che appartiene a poche persone e che merita la nostra gratitudine.

Si può dire che abbia lasciato un “segno” importante sul nostro cammino di donne “contro” il patriarcato e il maschilismo – in politica, in società, in famiglia… – anche se c’è tutto un mondo che non lo vuole riconoscere e vedere? Lasciare un segno: obiettivo ambizioso.

Cerchiamo tutte di farlo con le persone che amiamo, alcune ci riescono su un raggio molto più ampio, raggiungendo mille sconosciute e aprendo loro impensati orizzonti.

Michela Murgia l’ha fatto in tutti i modi possibili, scrivendo parlando e soprattutto vivendo, mostrando nei fatti come le nostre convinzioni possano diventare rapporti, sentimenti, emozioni, esempi.

Ha proposto una diversa idea di famiglia, innanzitutto. Quella delle affinità e non del sangue, delle scelte e non degli obblighi. Un coraggio immenso in un paese come il nostro.
Ha vissuto la sua religione fuori dagli schemi, dimostrandola compatibile con la rivoluzione femminista.
È stato un modo esaltante, il suo, di praticare la professione intellettuale intrecciando il rigore della ragione e la dolcezza della cura senza rinunciare mai alla pratica della denuncia, aspra quando occorre.

Ogni volta che l’abbiamo letta, che l’abbiamo ascoltata abbiamo attinto forza.
“Dalle donne la forza delle donne” non è uno slogan ma una pratica che le più eccezionali adottano e portano nel mondo con amore e con allegria.
Sorrideva sempre, Michela. Spesso rideva.

È stata tanto amata e apprezzata quanto attaccata e meschinamente vilipesa… penso che dipenda proprio da questo suo essere molto “oltre” gli stereotipi e i pregiudizi che ancora dominano la cultura più comune e diffusa.
Diceva “ricordatemi come vi pare”, con quell’autoironia che caratterizza le intelligenze migliori.

Oggi la ricordiamo in tante e in tanti, la ricorderemo a lungo.
Insopportabili gli ipocriti, melensi messaggi di cordoglio di chi l’ha sempre contestata e spesso demonizzata in vita. Ne riderà di gusto, dal suo Paradiso.
Poche come lei hanno attratto i fulmini dei bigotti e dei reazionari, proprio per la schiettezza del suo parlare e per la sua capacità di schierarsi senza se e senza ma contro i pregiudizi, le ottusità di regime.
L’amore e l’odio che è stata capace di suscitare dimostrano quanto siano centrali le battaglie che ha condotto.

Contestare il patriarcato significa sovvertire gli assi fondativi di tutte le disuguaglianze.
Questo ci è oggi più chiaro che mai, più aperta che mai ci pare la strada che lei ha saputo percorrere e indicare e facilitare.

Le sue opere principali (talvolta con altre autrici/autori):

Viaggio in Sardegna. Undici percorsi nell’isola che non si vede, 2008
Accabadora, 2009
Ave Mary. E la chiesa inventò la donna, 2011
L’incontro, 2012
«L’ho uccisa perché l’amavo». Falso!, 2013
Chirú, 2015
Futuro interiore, 2016
Il mondo deve sapere. Romanzo tragicomico di una telefonista precaria, 2017
Istruzioni per diventare fascisti, 2018
L’inferno è una buona memoria. Visioni da «Le nebbie di Avalon» di Marion Zimmer Bradley, 2018
Morgana. Storie di ragazze che tua madre non approverebbe, 2020
Morgana. L’uomo ricco sono io, 2021
Stai zitta e altre nove frasi che non vogliamo sentire più, 2021
Noi siamo tempesta. Storie senza eroe che hanno cambiato il mondo, 2021
God Save the Queer. Catechismo femminista, 2022
Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi, 2023

Articolo di Graziella Priulla: Già docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi nella Facoltà di Scienze Politiche di Catania, lavora alla formazione docenti, nello sforzo di introdurre l’identità di genere nelle istituzioni formative. Ha pubblicato numerosi volumi tra cui: C’è differenza. Identità di genere e linguaggi, Parole tossiche, cronache di ordinario sessismo, Viaggio nel paese degli stereotipi.

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