Cementeria: attivare subito uno screening per il monitoraggio biologico

I Comitati “E Noi?” e “lasciateci respirare” hanno trasmesso lo studio scientifico sul bio-monitoraggio effettuato presso il cementificio di Barletta, ai Comuni di Monselice, Este, Baone, Arquà e Battaglia Terme, al Parco Colli, alla Regione Veneto, all’ISPRA e ARPAV, alle scuole e ai genitori. E ora richiedono uno screening attorno al cementificio di Monselice. Riportiamo i principali risultati dello studio e la lettera di accompagnamento.

Riprendiamo dal post del Dr. Agostino Di Ciaula una sintesi dei dati emersi dallo studio effettuato a Barletta:

Questo lo studio che ho pubblicato su “Exposure and Health”. È stato condotto su 366 bambini di Barletta, città sede di un cementificio alimentato con combustibili fossili e rifiuti. In sintesi, i risultati principali dimostrano che:

  1. Nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti prodotti dal cementificio, che ospitano case e scuole, c’è una maggiore concentrazione atmosferica di PM10 rispetto alle aree controllo, con livelli di esposizione superiori ai limiti annui indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità;
  2. I bambini maggiormente esposti alle emissioni dell’impianto hanno un maggiore bio-accumulo di Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico rispetto a chi è invece prevalentemente esposto al solo inquinamento da traffico veicolare;
  3. Un pattern differente di bio-accumulo è rilevabile nei bambini prevalentemente esposti a traffico veicolare (bio-accumulo di Bario).

Conclusioni principali:

a) Chi frequenta scuole e vive nelle aree di maggior ricaduta degli inquinanti emessi dai cementifici è esposto a maggiori concentrazioni di inquinanti atmosferici e accumula cronicamente metalli potenzialmente tossici, specie per organismi in fase di sviluppo.

b) Impianti industriali inquinanti non dovrebbero essere localizzati in aree densamente urbanizzate, in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili.

c) Sia l’inquinamento da impianti industriali che quello da traffico veicolare richiedono grande attenzione in termini di misure di prevenzione primaria, soprattutto per tutelare i soggetti più fragili.

d) Ho inviato copia del lavoro agli amministratori comunali di Barletta e alla dirigenza della ASL BAT, che ringrazio ancora per il concreto supporto. Per chi volesse leggerlo, il lavoro è disponibile qui: https://rdcu.be/cnehA

Riportiamo la lettera di trasmissione dei Comitati “E Noi?” e “lasciateci respirare”

Monselice, 6 luglio 2021.

Oggetto:           Trasmissione dello studio scientifico sul bio-monitoraggio presso il cementificio di Barletta // richiesta di attuazione di misure di tutela della cittadinanza e dell’ambiente.

Trasmettiamo in allegato il recentissimo studio del Dr. Di Ciaula, appena pubblicato sulla rivista scientifica “Exposure and Health”, inerente un’indagine condotta su 366 bambini di Barletta, città sede di un cementificio che utilizza sia pet-coke che combustibile da rifiuto (CSS). Lo studio, che ha visto la collaborazione dell’ARPA e dell’ASL pugliesi e che è stato altresì approvato dal Comitato Etico Interprovinciale[1], è di estremo interesse in quanto esplora per la prima volta il bioaccumulo di metalli di origine antropica nel corpo di bambini e dimostra come coloro che vivono e frequentano la scuola nell’area in maggiore prossimità dello stabilimento sono più affetti dal bio-accumulo di alcuni metalli tossici (quali Nickel, Cadmio, Mercurio e Arsenico) rispetto a coloro che sono prevalentemente esposti al solo inquinamento da traffico veicolare.

Come noto, i metalli pesanti possono generare effetti negativi sulla salute, a causa della loro persistenza, tossicità, accumulo biologico e interazioni molecolari.

Alla luce di quanto su esposto, si fa ancora più urgente l’attivazione dello Screening per il monitoraggio biologico dei microinquinanti nel siero e nel latte materno e presenza di metalli pesanti nelle unghie della popolazione infantile” la cui richiesta era stata approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Monselice del 25 giugno scorso e che, con la presente, siamo necessariamente costretti a sollecitare.

Inoltre, stanti i risultati di detto studio, preme evidenziare agli enti in indirizzo alcuni aspetti riguardanti nello specifico il Cementificio di Monselice, peraltro già comunicati nel corso dell’ormai corposo carteggio intercorso, in particolare:

  • l’utilizzo, da parte del Cementificio, di prodotti derivanti dai rifiuti nella composizione delle materie prime in ingresso per la produzione di clinker. In particolare il Cementificio (la cui A.I.A. – Autorizzazione Integrata Ambientale vigente vieta espressamente l’impiego di ceneri derivanti dalla combustione dei rifiuti solidi urbani) utilizza normalmente il Matrix, materia qualificata come “End of Waste” derivante appunto dal trattamento delle ceneri stesse, senza peraltro alterarne le principali  caratteristiche chimiche;
  • l’utilizzo del Matrix, non contemplato dalla Valutazione di Impatto Ambientale del 2012 propedeutica al rilascio dell’A.I.A., né in qualche modo disciplinato dall’A.I.A. stessa, può consentire di addizionare alla farina cruda elevate quantità di inquinanti, facilmente stimabili in base ai volumi ed a quanto riportato nel manuale operativo (circa 500 t/mese impiegate nel normale esercizio). Vale a dire, se si guarda ai soli metalli rilevati nel bio-monitoraggio della suddetta ricerca, circa 50 kg/mese di Cadmio e di Arsenico, 5 kg/mese di Mercurio e 500 kg/mese di Nichel;
  • l’introduzione del Matrix nel forno avviene attraverso una propedeutica fase di preriscaldamento e calcinazione, a temperature inferiori a 800 0C, condizione che favorisce la volatilità dei metalli e il loro convogliamento al camino;
  • i modelli di ricaduta delle emissioni elaborati dall’ARPAV confermano che l’area maggiormente impattata è quella delle pendici del Monte Ricco sulle quali (a soli 800 m di distanza dal camino) sono collocati altresì sia il plesso scolastico di prima infanzia che la scuola primaria più importanti della città, con una frequentazione giornaliera di circa 300 bambini (cfr. allegato);
  • le aree verdi antistanti la scuola sono già state sottoposte a bonifica in quanto, a seguito di verifiche eseguite da ARPAV nell’ambito dei monitoraggi svolti per valutare le possibili ricadute del Cementificio, sono state rilevate nel terreno superficiale significative concentrazioni di Idrocarburi Policiclici Aromatici e micro inquinanti organici;
  • sulle pendici del Monte Ricco – area del Parco Regionale dei Colli Euganei e Sito di Importanza Comunitaria della Rete Natura 2000 – sono già state rilevate nei suoli superficiali significative concentrazioni di microinquinanti organici, con una distribuzione che – in base ai valori attualmente disponibili per i suoli delle aree boscate dei Colli Euganei – ricalca la distribuzione dei fumi elaborata dai modelli di dispersione;
  • a soli 1800 metri dalla Cementeria insiste il laghetto di Arquà Petrarca, sito protetto dall’UNESCO nonché unica risorsa per i preziosi fanghi naturali destinati alle cure termali del Distretto Euganeo.

Nel rimandare ogni approfondimento ai documenti già agli atti e pubblicati nella sezione internet comunale dedicata ai lavori della Commissione Temporanea Cementeria[2], si richiamano tutte le amministrazioni in indirizzo, in particolare le autorità competenti, ad attivarsi al fine di:

  • limitare l’impatto ambientale tramite l’introduzione di parametri più restrittivi all’impianto, in linea con le tecnologie già installate e con le valutazioni tecnico scientifiche già più volte evidenziate;
  • vietare l’utilizzo di materiali che contengono un carico significativo di metalli pesanti o che possono essere contaminati da microinquinanti organici, in particolare PCB;
  • attuare  programmi di educazione sanitaria a scuole e cittadinanza per potenziare la resilienza nei soggetti a rischio;
  • non autorizzare alcuna modifica dell’AIA che possa introdurre, anche potenzialmente, rischi aggiuntivi rispetto all’attuale situazione, in particolare con l’introduzione nel processo produttivo del combustibile solido secondario derivante da rifiuto (CSS);
  • attivare il tavolo di confronto previsto dall’art.19 del Piano Ambientale del Parco Regionale, già più volte sollecitato dall’amministrazione comunale di Monselice e dallo stesso Ente Parco.

Quanto sopra, in coerenza con i vincoli del Piano Ambientale che qualifica questi impianti quali incompatibili con lo sviluppo del Parco Regionale dei Colli Euganei. Del resto è evidente che le particolarità del ciclo produttivo di una cementeria ne sconsigliano la localizzazione in aree a pregio naturalistico e in prossimità di scuole e abitazioni nelle quali vivono soggetti particolarmente vulnerabili.

Restiamo in attesa di riscontro e porgiamo distinti saluti.

Comitato Popolare “Lasciateci respirare”                                       

“E noi?” – Comitato di cittadini


[1] Comitato etico interprovinciale, autorizzazione ASL FG/ASL BAT n. 108/CE/2019

[2] https://www.comune.monselice.padova.it/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/20138

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