Veneto terra di Venezia: slogan e fatti!

Considerazioni a margine della vicenda Catajo di cui abbiamo parlato anche qui . Un intervento di Gianni Sandon che tra le altre cose sottolinea l’assenza di un Piano Paesaggistico, obbligatorio dagli anni 80, ma che la Regione Veneto non ha ancora approvato.

“The Land of Venice”: è l’ammiccante slogan della Regione per presentare il Veneto al mondo. E le ville col loro contesto sono forse il segno più forte di questo “marchio” di qualità storico-ambientale.

Ma chi tutela questo marchio? Nel caso del Catajo la risposta è chiara: la tutela è venuta dal “potere centrale” dello Stato, che attraverso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha adoperato il “vincolo”, cioè quello strumento che dalla maggior parte degli amministratori è visto come una bestia nera.

Ma perché, ci si può, anzi ci si deve, chiedere, non ci ha pensato la Regione? Le mancano forse gli strumenti? Credo che nessuno possa sostenerlo. Basterebbe citare il Piano Paesaggistico, uno strumento fondamentale, obbligatorio dagli anni 80 ma che la nostra Regione non ha ancora approvato. Per rendersi conto di quanto questo strumento potrebbe essere incisivo nella tutela di cui stiamo parlando  basterebbe evidenziare che nel corso dei travagliatissimi lavori per tentar di costruirlo si era anche votato, nel 2012, un incarico di collaborazione con l’Istituto Ville Venete finalizzato tra l’altro proprio “a individuare i contesti di villa da sottoporre a specifiche misure di salvaguardia e di utilizzazione”.

Ricostruire come invece sono andate le cose sarebbe oltremodo istruttivo, ma troppo lungo, la conclusione però è presto detta: il territorio del Veneto non ha ancora questo strumento che rappresenta la vera garanzia per la credibilità del marchio pubblicitario che si sta sbandierando.

E così per un contesto che si salva, grazie anche allo sforzo immane di associazioni e cittadini sensibili, chissà in quanti altri casi si registra il risultato opposto. Basti vedere, per restare in zona, quel che sta succedendo nella turisticissima Abano di fronte a villa Mocenigo.

Ma c’è almeno un’altra considerazione di fondo che chiama ancora in causa la Regione e il suo ruolo. Chi si sforzasse almeno un minimo per capire come sono andate le cose non potrà non convenire che un peso decisivo nelle sentenze dei vari giudici ce l’ha avuto il Piano Ambientale del Parco, che ha sottolineato come l’interesse del contesto del Catajo meritava di essere difeso andando anche oltre i confini dell’area parco stessa.

Ebbene, nei confronti di questo strumento, per limitarne i poteri addirittura sul versante paesaggistico, la Regione si è distinta per accanimento e miopia. Si pensi alla vicenda Berlato. O alla recente scelta di Zaia di nominare come  Presidente dell’Ente un sindaco che ha addirittura proposto di escludere una parte fondamentale del suo stesso territorio.

Ma almeno non sarebbe da auspicare che il Presidente Zaia, o un suo rappresentante, come segno di gratitudine, ringraziassero Ministero e Parco (quello “vero”) per il servizio reso al territorio veneto?          

Luglio 2021                                                     Gianni Sandon

                                                                    ex consigliere Ente Parco

Un commento su “Veneto terra di Venezia: slogan e fatti!”

  1. Sandon è come sempre lucido ed essenziale nell’individuare i nodi strutturali che assillano il nostro territorio e il ruolo negativo della Regione. Condivido totalmente. Loris Sguotti

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