Per Carmela

Mercoledì 29 gennaio è morta Carmela Di Rocco. Fermo restando che il nostro cordoglio deve rispettare la forma privata del lutto richiesto in prima istanza dalla famiglia, e che quindi su di lei e sul suo ruolo politico/culturale e professionale svolto in un cinquantennio nel veneto ci si soffermerà a riflettere liberamente più avanti, ne va intanto, nel confermare la ferale notizie, riportato per sommi capi il percorso.

Carmela nasce politicamente con il centro Franz Fanon di Chioggia, di cui è stata co-fondatrice, ispiratrice del legame fruttuoso che il Centro strinse fin dal 69-70 con il Comitato operaio di Porto Marghera, e che sarebbe stato il cuore del primo grande ciclo di lotte sui trasporti nella regione. Carmela è stata quindi nella sua prima gioventù protagonista del 68-71 in più modi: partecipando all’attività del comitato operaio di Marghera, ed insieme all’avvio della grande inchiesta sulla salute operaia nel polo chimico, condotta dal Comitato di base di medicina (la sua facoltà) di Padova; inoltre guidando le lotte sui trasporti, e le attività territoriali lungo l’asse di mobilità operaia (e studentesca) Chioggia-Mestre/Marghera.

Completati gli studi, nella prima metà degli anni ’70 ha svolto attività di medico di base nella Bassa padovana, dove la sua figura di militante e professionista si è legata indissolubilmente alle lotte e alla crescita delle reti di comitati territoriali. In questa fase nasce il sodalizio anche personale con Gianangelo, compagno di Este tra i fondatori del comitato operai/studenti di Este-Monselice, che diventerà suo marito. Dopo la fine di Potere operaio si sposteranno stabilmente a Padova, svolgendo una attività politica d’avanguardia che li identificherà con la prima esperienza ambientalista in Veneto; il suo passato di lotta nella Bassa padovana la inseguirà comunque, e una implacabile vendetta di parte farà di lei una delle compagne arrestate nel 1979 nell’ambito della nefasta operazione politico/giudiziaria che ben conosciamo.

La sorte di Carmela sarà particolare: in un brevissimo volgere di tempo, scarcerata ma a rischio di ri-arresto, metterà al mondo il figlio, per scoprire di lì a poco di essere malata di una grave forma tumorale, per la quale le previsioni erano infauste a breve termine. Carmela reagì sottoponendosi con coraggio, ad un ciclo di sperimentazioni nuove a Parigi. Ciò le avrebbe consentito di vivere in modo attivo e proficuo, per molti altri decenni, continuando a svolgere politica ambientalista (fu anche consigliere comunale a Padova), ed insieme una incessante quanto preziosa sotto il profilo politico/culturale attività di medico del lavoro in città e provincia.

Per quanto riguarda la Bassa padovana, il rapporto si era ristabilito con forza nell’ultimo periodo, quando alcuni tra i “vecchi” hanno posto mano alla ricostruzione del periodo 1969-71 lavorando al volume “Radici connettive. Il ’68 a Este e nella Bassa padovana”: spettava quindi a noi fornire questa puntualizzazione/informazione. Dalla postfazione scritta da Toni Negri al volume traiamo una citazione conclusiva, rivelazione di un incontro non casuale svoltosi in un momento non precisato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del decennio successivo: “l’ultima volta che l’ho visto <T.N. si riferisce a Gianangelo> è stato a Parigi, dove è venuto a trovarmi con Carmela – io in esilio, loro usciti da un incubo assurdo di malattia e galera. Ma già aperti a nuove prospettive di lotta ecologica e animalista. Un dispositivo di generosità”.

Beatrice Andreose – Ganni Andreose – Gianni Bellon – Guido Rossi – Massimo Tramonte – Paolo Vigato – Lauso Zagato   

Un commento su “Per Carmela”

  1. Ringrazio il giornalista che ha pubblicato questo articolo sul mio rimpianto medico di base. La mia dottoressa era bravissima, disponibile anche nel suo tempo libero. Veniva a visitarmi a casa. Potevo telefonare e mi rispondeva sempre con gentilezza.
    Una donna meravigliosa, generosa, amante degli animali, vegetariana. Aiutava le persone povere.
    Io ho perso la mia dottoressa e una amica carissima. Era un punto di riferimento importante nella mia vita. Lavorando all’estero, tante volte ho avuto bisogno di lei, di un consiglio sulle terapie mediche e lei era infallibile.
    Ora non so più a chiedere aiuto.
    Mi manca tanto

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