Basta proroghe e ampliamenti per la discarica di Sant’Urbano

Il comunicato di Comitati e Associazioni ambientaliste che invitano al Sit-in con conferenza stampa indetto per Sabato 15 marzo 2025, ore 11.00 di fronte al Municipio di Sant’Urbano – Ca’ Morosini – Via Europa n.20

La discarica di Sant’Urbano è un impianto regionale per lo smaltimento di rifiuti urbani e speciali non pericolosi. Attiva dal 1990, si estende su circa 55 ettari e riceve una media di 500 tonnellate di rifiuti al giorno, per un totale annuo di circa 160.000 tonnellate. Doveva ospitare 1 milione di metri cubi di rifiuti e chiudere dopo pochi anni. Invece ha continuato a crescere di proroga in proroga.

Nel 2020, la Regione Veneto aveva autorizzato l’innalzamento della quota da 16 a 21 metri, aumentando la capienza della discarica da 4 a 5 milioni di metri cubi e prolungandone la durata dal 2022 al 2029. Successivamente, è stato approvato anche un impianto per il trattamento del percolato, inizialmente destinato alla discarica stessa, ma poi esteso ai reflui provenienti da altri impianti.

Il 23 gennaio 2025, GEA Srl, società che gestisce la discarica, ha presentato al pubblico un nuovo progetto per un impianto di recupero di metalli, inerti e valorizzazione di rifiuti. La struttura, che dovrebbe sorgere accanto alla discarica regionale, prevede il trattamento di 90.000 tonnellate all’anno di rifiuti classificati come “non pericolosi”, tra cui ceneri pesanti da inceneritore e altri residui industriali.

L’impatto sul traffico locale, già gravato dai 20-25 camion giornalieri, aumenterà con l’arrivo di altri 3.000 mezzi all’anno. Inoltre, la realizzazione di questo impianto vincolerebbe il sito al trattamento dei rifiuti anche dopo la chiusura della discarica.

Il 27 gennaio 2025, con un nuovo decreto della Giunta Regionale, è stata autorizzata una modifica delle modalità di copertura della discarica, permettendo il conferimento di altri 280.000 metri cubi di rifiuti e una proroga della sua attività fino al 2031.

La discarica, situata in un’area ricca di corsi d’acqua tra i fiumi Fratta-Gorzone e Adige, minaccia un territorio da cui attingono gli acquedotti delle province di Padova e Rovigo. Inoltre, l’impianto produce forti impatti ambientali e odorigeni, causando disagi alla popolazione locale.

Chiediamo con forza che la Regione Veneto avvii un serio percorso verso il “rifiuti zero”, evitando il ricorso a inceneritori e discariche, che minacciano l’ambiente e la salute di migliaia di persone per il profitto di pochi.

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