Un tempo gli animali selvatici erano “res nullius”, cosa di nessuno, oggetti dei quali si poteva disporre liberamente. Dal 1977 la fauna selvatica, in virtù della legge 968, è finalmente divenuta patrimonio indisponibile dello Stato.
Un bene collettivo tutelato nell’interesse della comunità nazionale e internazionale, come sancito dall’articolo 1 della successiva legge 157/1922.
Ma nonostante le leggi, le specie animali e vegetali non godono di buona salute in Italia così come in Europa: si è assistito, nell’ultimo secolo, ad una progressiva perdita di biodiversità . Molte delle cause alla base di questo fenomeno continuano a pesare sulla possibilità di sopravvivenza di molte specie selvatiche vegetali e animali, compresi, naturalmente, gli uccelli. Esse sono rappresentate principalmente dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento, dalla cementificazione, dall’agricoltura intensiva, dalla caccia e il bracconaggio.
Riportiamo questa analisi di Gruppo di Intervento Giuridico Veneto e Coordinamento Protezionista Padovano che mostra quale sia la situazione in Veneto, regione nella quale le politiche venatorie non sono affatto coerenti con le necessità di tutela e protezione della fauna selvatica.

