L’atteggiamento da “forte con i deboli” che il Sindaco di Este Giancarlo Piva, ha assunto nei confronti dei profughi che “hanno osato protestare” per le loro condizioni di vita, non è piaciuto a tutti, in particolare a quelle persone che si ostinano a lottare perchè la nostra società conservi un briciolo di umanità.
Lunedì 27 luglio ad Este lungo la Padana Inferiore un gruppo di profughi ha inscenato una protesta del tutto pacifica per portare all’attenzione le loro condizioni di vita all’interno dell’Istituto Manfredini. Protesta, che, stando alle dichiarazioni dei profughi, è avvenuta dopo che le loro svariate richieste di chiarimenti non avevano trovato alcun riscontro da parte dei responsabili della cooperativa Eco-Officina che li accoglie e in seguito dell’impossibilità di mettersi in contatto con i Carabinieri ai quali avrebbero voluto esporre la loro situazione.
Quello che ci ha colpito di questa vicenda, non è tanto la forma di protesta, peraltro legittima vista il percorso in cui è maturata e i precedenti avuti in zona (caso di Montagnana) nè i motivi su cui non entriamo nel merito, visto che non abbiamo avuto modo di verificarli, ma la reazione a dir poco isterica del Sindaco di Este Giancarlo Piva che, invece di parlare con queste persone e capirne i problemi, non ha trovato niente di meglio da fare che definirli degli “ingrati” e “ pericolosi facinorosi” e chiederne l’espulsione usando quel “pugno di ferro” che lui invoca nell’ultima intervista apparsa sul Gazzettino e che tanto ama usare con i più deboli (ricordiamo le delibere contro l’accattonaggio e il riconoscimento di un cospicuo punteggio alle persone che da più tempo risiedono nel comune per le graduatorie di assegnazione di case).
Pugno di ferro che ritroviamo nella proposta che lo stesso Piva suggerisce a Zaia per la creazione di un CIE (Centro di Identificazione ed Espulsione) Regionale. Solo mercoledì 22 luglio in merito all’inserimento lavorativo dei profughi, il Sindaco dichiarava:” tutti hanno dato la disponibilità, non ci costano nulla” e si è fatto fotografare con i sei profughi e i responsabili di Eco-Officina. Allora quando servono a pontificare l’operato dell’amministrazione prestando lavoro gratuito al posto degli operai del comune i profughi vanno bene e sono delle brave persone, quando sollevano dei problemi reali di vivibilità nelle strutture di accoglienza e manifestano pacificamente questo loro disagio diventano dei pericolosi sobillatori e degli ingrati.
Riteniamo che gli amministratori dei vari comuni, e di quello di Este nel nostro caso, dovrebbero dimostrare ben più ampie vedute e qualità di soluzione dei conflitti degne della funzione che ricoprono. La pericolosità del comportamento del Sindaco Giancarlo Piva viene ben sintetizzata dall’articolo del Mattino del 29 luglio “ La vendetta di Este contro i ribelli, un’aggressione e tre espulsioni”.
L’episodio di Este, così come quelli nei giorni scorsi di Quinto di Treviso ed Eraclea, vengono consapevolmente utilizzati da politici ed amministratori per consolidare e giustificare il razzismo istituzionale, con il rischio di legittimare comportamenti violenti nei confronti di immigrati e generare meccanismi di emulazione. Noi siamo contrari alla logica del pugno di ferro e della rappresaglia messa in campo dal Sindaco Giancarlo Piva ed è per questo che chiediamo:
– L’immediato ritorno ad Este dei tre profughi trasferiti a Padova
– un maggiore controllo sulle condizioni di vita dei profughi nei luoghi di permanenza temporanea
Este, 31/7/2015
seguono firme: Loris Pietro Ramazzina, Flores Baccini, Beatrice Andreose, Adriano Resente, Christianne Bergamin, Francesco Miazzi, Carla Manfrin, Massimo Maffezzoni, Pierluigi Perinello, Lucia Andreose, Sandra Lovison, Sara Voltolina, Adriano Tinello, Alessandro Pieretti, Maria Carmine Melone, Paolo De Marchi, Danilo Pagetta, Gloria Dicati, Marina Marini, Paola Rando, Andreas Kohlscheen, Alessandra Romano, Daniela Gasparri, Stefania Turatto, Loredana Turatto
Le considerazioni che emergono da questo scritto, presentano un’immagine della città di Este e della sua Amministrazione assolutamente distorta e fuorviante. Emerge una sorta di buonismo strumentale che volutamente non distingue quello che si deve o non si deve fare, che in maniera pretestuosa nega che per una convivenza civile bisogna che ci siano delle regole e che queste siano rispettate.
Riguardo il caso dei profughi io posso dire che ho visto una città che con sobrietà si è dimostrata accogliente, una cooperativa che con professionalità si è data da fare per rendere la loro parmanenza più che dignitosa, un Istituto Manfredini, da sempre in prima linea nell’accoglienza e nell’accompagnamento dei giovani nel loro percorso di crescita, che ha aperto le sue porte con preziosa disponibilità. Non ultima, ho visto un’Amministrazione Comunale attenta ed accogliente che ha messo in atto tutti gli strumenti che permettessero a queste persone di sentirsi utili e di cominciare un vero percorso di integrazione il quale si realizza prioritariamente attraverso la formazione ed il lavoro. Tutto il resto sono ingiurie immotivate!
Per quanto riguarda il consiglio agli amministratori di ampliare le proprie vedute per la risoluzione dei conflitti, io accetto la sfida perché ritengo che sia segno di miglioramento riuscire a guardare oltre il proprio orizzonte, quello di cui sono sicura però è che non guarderò nella direzione indicata dai firmatari perché mi sembra che il loro sguardo sia offuscato dall’invidia e dalla presunzione e che il loro orizzonte sia molto limitato, infranto addosso al muro dell’arroganza
Gent.ma Sig.ra Ruzzon,
mi permetta alcune considerazioni sul suo commento.
La protesta dei richiedenti asilo di Este, la sua modalità e le sue motivazioni possono piacere o non piacere, ma ci sono alcuni dati di fatto che non vanno trascurati.
Lei dice che ha visto”una città che con sobrietà si è dimostrata accogliente, una cooperativa che con professionalità si è data da fare per rendere la loro parmanenza più che dignitosa, un Istituto Manfredini, da sempre in prima linea nell’accoglienza e nell’accompagnamento dei giovani nel loro percorso di crescita, che ha aperto le sue porte con preziosa disponibilità”.
1. Evidentemente lei ed io abbiamo due concezioni molto diverse di sobrietà e dell’essere accoglienti. Provi a leggere i commenti che seguono gli articoli riportanti fatti sui richiedenti asilo nei social network, sia di singoli che di gruppi di cittadini, compresi quelli dell’accoglientissima Este. Sono certo si ricrederà, o perlomeno rivaluterà il suo concetto di sobrietà e accoglienza.
2. Cooperativa e Manferdini, a Este come in tutta Italia, ricevono dei soldi per fare l’accoglienza, non è volontariato. E dal momento che ricevono soldi pubblici per farlo, vorrei sapere come vengono spesi. Con i famosi 35 euro al giorno credo che un paio di pasti più che dignitosi possano essere compresi. Lei ha mai visto cosa mangiano? Non mi riporti l’articolo in cui la Cooperativa stessa ha invitato a mangiare i giornalisti, a far così sono tutti bravissimi. Ha mai parlato con gli ospiti? Ha mai visto con i suoi occhi quello che viene dato loro?
3. Questi firmatari invidiosi ed arroganti non hanno fatto altro che denunciare un pugno duro che appare immotivato: prima di invocare l’allontanamento sarebbe stato più intelligente ascoltare le motivazioni dei protestanti e procedere con alcune verifiche. L’atteggiamento di Piva pare invece rispondere di più alla logica “colpirne uno – o tre, in questo caso – per educarne cento”.
Non credo i firmatari invidino a Piva di aver fatto questo.
Ci stupisce che una amministratrice seria ed equilibrata denigri chi la pensa diversamente da lei come invidiosa e presuntuosa. Meglio sarebbe stato se fosse entrata nel merito delle considerazioni e delle critiche da noi mosse al sindaco Giancarlo Piva sulla protesta in strada provinciale n.10, organizzata dai profughi qualche giorno fa ad Este. Se solo il primo cittadino si fosse preoccupato di parlare con loro avrebbe scoperto che le cause del malcontento erano tutt’altro che peregrine o pretestuose e in relazione alla mensa che il cibo che arrivava in tavola da qualche tempo a questa parte al Manfredini era riso bianco con carote. Nulla di male si potrebbe dire. Certo. Sennonché quello stesso cibo è arrivato per giorni sia a pranzo che a cena. Anche dei bianchi ben nutriti quali noi siamo avrebbero avuto qualcosa da ridire. In quanto alla forma di lotta. Si rimprovera i migranti di anon aver parlato con gli enti preposti. Chi sono gli enti preposti? i carabinieri forse? certo. Infatti prima di andare a protestare in strada si erano diretti alla caserma che però è stata trasferita da qualche mese dal centro a Meggiaro. Non era per nulla facile per persone straniere, che parlano pochissimo italiano, trovare la nuova sede. Infine abbiamo qualcosa da ridire sulla cristiana punizione riservata agli organizzatori. Se il sindaco si fosse premurato di capirne davvero qualcosa avrebbe anche scoperto che i tre inviati a Padova non lo sono affatto. Erano semplicemente quelli che si esprimevano meglio nella nostra lingua e che per questo hanno tenuto i contatti con la stampa. Sicuri di aver punito gli organizzatori di una protesta decisa da tutti?
Cordialmente
Beatrice Andreose