Si è tenuta venerdì 22 novembre 2019 a Due Carrare la conferenza stampa per annunciare l’atto di costituzione in giudizio da parte delle Associazioni e Comitati locali, nel ricorso contro il vincolo indiretto nell’area intorno al Catajo.
Gli interventi integrali su https://www.facebook.com/comitatolasciatecirespirare.monselice/
Questo passaggio, ha ricordato l’avv. Davide Furlan, ci permette di essere informati sulla data dell’udienza, che comunque non è ancora stata fissata, ma i tempi di norma in questi casi sono anche di alcuni anni. La novità è che ad affiancare le realtà ambientaliste e di settore si è costituito in giudizio anche il Catajo, il soggetto direttamente interessato dal vincolo paesaggistico.
Il direttore del castello Marco Moressa ha affermato che è doveroso passare da un appoggio fin qui mediatico, a un sostegno formale e diretto. Il maniero merita tutti gli sforzi possibili per salvarlo da un’aggressione che gli farebbe perdere la sua natura di fulcro paesaggistico dell’intera area.
Oltre che dal Catajo, l’atto è stato sottoscritto dalle Associazioni e Comitati che avevano partecipato al primo grado di giudizio. Gli interventi sono ruotati attorno all’enorme impatto che avrebbe il progetto del centro commerciale di Due Carrare se venisse realizzato, ma anche al ruolo degli amministratori nella tutela del territorio.
Roberto Betto di Cia Padova ha affermato che è un atto di responsabilità battersi contro interventi di cementificazione i cui danni ricadrebbero sulle generazione future. La delegata di Confesercenti Vincenza Riefolo ha sottolineato l’importanza di affrontare battaglie come questa con la partecipazione di tutte le componenti sociali, con l’ottica di prendersi cura del territorio nella sua interezza, dalla natura ai centri urbani dove un ruolo fondamentale lo giocano i negozi di vicinato.
Sulla stessa lunghezza d’onda Simone Tasinato delegato di Ascom Padova che ricorda come lo sviluppo economico vada concordato e programmato in sinergia con il territorio, mentre interventi come questo centro commerciale sono pura speculazione pensata da fondi esteri per drenare le risorse del territorio e a fine vita lasciare solo macerie.
Lorenzo Cabrelle di Legambiente ne fa una questione culturale e politica insieme: in Veneto gli amministratori e purtroppo anche tanti cittadini non si rendono conto di vivere in un territorio di grande valore, come questo ai piedi dei Colli euganei. In altre zone d’Italia, ad esempio in Val D’Orcia, un centro commerciale di queste dimensioni sarebbe semplicemente inconcepibile.
La responsabilità degli amministratori locali è fortissima, ricorda Renzo Fontana di Italia Nostra: invece di preservare il loro territorio, con troppa leggerezza deliberano trasformazioni urbanistiche dagli esiti futuri disastrosi e perenni. La tutela viene così demandata alle Soprintendenze che sovente si trovano a combattere dure battaglie legali non solo contro gli speculatori di turno, ma anche contro gli amministratori che dovrebbero essere al loro fianco.
Questo è confermato da un caso riportato da Christianne Bergamin del Comitato popolare “lasciateci respirare” avvenuto recentemente nella campagna romana e del tutto simile al nostro. Anche lì il Ministero è intervenuto con lo strumento del vincolo a preservare un’area di pregio da progetti impattanti e anche in quel caso ha dovuto subire due gradi di giudizio, trovando fortunatamente ragione del suo operato. Questo caso, come il nostro, stimola una riflessione sulle autonomie: dal momento che il Ministero ha la funzione specifica di tutelare i beni culturali, come cambierebbe il livello di tutela se la funzione passasse alle Regioni, che invece si trovano a modulare interessi diversi e spesso contrastanti?
Ricordiamo che nelle motivazioni del ricorso al Tar, i giudici avevano sottolineato che se il governo delle amministrazioni locali fosse improntato alla tutela dei beni culturali e ambientali, non ci sarebbe bisogno dell’intervento (salvifico) del Ministero. Consapevoli di questo, come Comitati, abbiamo chiesto di partecipare all’intervento in ricorso anche alle Amministrazioni comunali su cui il vincolo ricade: Due Carrare, Montegrotto Terme e Battaglia Terme, ma non abbiamo ricevuto risposte positive. Ne prendiamo atto, sia pure con dispiacere, ma ci auguriamo che i tre Sindaci trovino ugualmente il modo di ufficializzare in modo esplicito il loro sostegno al provvedimento della Soprintendenza, in giudizio varrà come una testimonianza delle comunità del territorio. Per non lasciare nulla di intentato, per non stare alla finestra.
Comitato popolare “lasciateci respirare”
Il servizio su ReteVeneta