il C.V.S. fa telefonate intimidatorie agli utenti che si autoriducono la bolletta applicando l’esito del referendum 2011
A distanza di quattro anni dall’esito del referendum che ha visto oltre ventisette milioni di persone votare perché l’acqua dovesse rimanere un bene comune e pubblico e perché sull’acqua non fosse fatto alcun profitto, il Centro Veneto Servizi, gestore che serve 59 comuni della Bassa Padovana, non ha trovato niente di meglio da fare che iniziare a fare telefonate intimidatorie, minacciando lo stacco del servizio, nei confronti di quegli utenti che consapevoli della giustezza degli esiti del referendum continuano ad autoridursi la bolletta di quella percentuale corrispondente al profitto che i gestori continuano a fare sull’acqua.
Sono quattro anni di manifestazioni, presidi davanti a sedi dei vari gestori e ministeri, di sentenze e ricorsi al TAR (in molti ci hanno dato ragione); abbiamo aderito alla Campagna di Obbedienza Civile che ha visto migliaia di utenti, a livello nazionale, centinaia a livello locale, scegliere l’autoriduzione delle bollette (della componente tariffaria di profitto cancellata dai referendum) come forma di lotta concreta contro l’arroganza di Governo e AEEGSI che, con la nuova tariffa, hanno ripristinato l’utile per i gestori dell’acqua e, con le politiche di privatizzazione (v. L. di Stabilità, D.d.l. Madìa etc.) che spingono verso la creazione di mega- multiutility, di fatto impedito che l’acqua possa essere un bene comune e pubblico.
In questi quattro anni alcuni risultati sono stati raggiunti: l’esito del referendum è stato riconosciuto (parere 267/2013 del Consiglio di Stato) e per i sei mesi del 2011 è stato restituito l’importo (calcolato in modo molto discutibile) corrispondente alla remunerazione del capitale investito abolita dal referendum. A questo proposito vogliamo ricordare ai dirigenti del C.V.S. Che è ancora pendente presso il Consiglio di Stato il ricorso che il Forum dei Movimenti per l’Acqua ha depositato contro la sentenza del TAR della Lombardia che aveva, incredibilmente avallato le scelte dell’AEEGSI.
Di più, alcune amministrazioni locali (una per tutte Napoli ) sono riuscite a trasformare le società per azioni che gestivano la distribuzione dell’acqua in forme societarie in grado di fare dell’acqua un bene realmente pubblico, mentre altre ci stanno provando.
Più volte abbiamo comunicato le motivazioni della nostra iniziativa ai dirigenti del C.V.S. ai quali ribadiamo la nostra ferma intenzione di continuare a praticare l’Obbedienza Civile fino a che non sarà resa giustizia alla volontà di milioni e milioni di concittadini-utenti e che risponderemo alle loro intimidazioni nei modi e nelle sedi adeguate.
Comitato 2 SI Acqua Bene Comune Bassa Padovana
Salve, sono una degli utenti che ha aderito alla campagna di ubbidienza civile, la lettera è fatta molto bene, l unica cosa a parer mio, è che sarebbe stato utile ai fini della divulgazione del progetto di autoriduzione (visto ke sara pubblicata nei giornali locali) spiegare in due righe perche si chiama”campagna di obbedienza civile” , proprio come è stato spiegato a noi e cioe perche obbediamo alla sentenza della corte costit.se nn sbaglio. É accennato ma per chi non ne avesse mai sentito parlare forse non è cosi chiaro. Comunque ogni lettore avra un idea da dare é chiaro ke non si puo accontentare tutti. Grazie
gent.ma Laura
hai sicuramente ragione ma purtroppo da un comunicato la stampa poi trae qualche spunto… e sugli elementi di attualità soprattutto.
In ogni caso chiederemo al “Comitato 2 SI Acqua Bene Comune Bassa Padovana” di fare una breve scheda su questo e noi saremo ben lieti di pubblicarla.
n.d.r.