A Monselice continuiamo ad assistere a pratiche che distruggono il territorio e dove il diritto collettivo, viene sostituito con la sommatoria di interessi immobiliari privati
È del 16 giugno scorso la determinazione n. 319 del Comune di Monselice, con la quale viene conferito all’arch. Giancarlo Ghinello e all’ing. Fabio Zecchin un incarico per “servizi da svolgere a supporto dell’ufficio di piano comunale consistenti nella redazione di studi e approfondimenti di rilevanza urbanistica e storico architettonica propedeutici alla futura attività progettuale da proporre in atto per il complesso immobiliare denominato “Villa Ca’ Oddo“. Questo provvedimento rappresenta l’attuazione dell’atto di indirizzo della Giunta Comunale (delibera 226 del 25-11-2014). Entrambi i provvedimenti fanno seguito alla richiesta, da parte dei proprietari, di poter realizzare, all’interno e nell’intorno della villa, un insediamento residenziale/ricettivo e una residenza sanitaria assistita.
Le considerazioni espresse in premessa in questi due atti amministrativi cantano le lodi della cosiddetta urbanistica concertata o contrattata, quella in cui i privati diventano promotori e compartecipi delle scelte amministrative: secondo i nostri amministratori questo metodo ha il grande vantaggio di mobilitare capitali privati (e quindi garantire introiti al Comune) e assicurare la tempestività e la sicurezza dell’operazione. Nel dispositivo della delibera viene addirittura determinato, come atto di indirizzo dell’amministrazione, “l’adozione e la predilezione” del metodo dell’urbanistica contrattata.
Come non avessimo visto come vanno a finire queste operazioni di “urbanistica creativa” (vedi Monselice Uno, Piruea San Giacomo, Area commerciale di Via Colombo, etc.). Ma al di là di ciò siamo fortemente contrari per principio a questa forma perversa di pianificazione in cui l’iniziativa delle decisioni sull’assetto del territorio non viene presa in maniera autonoma dagli enti che istituzionalmente esprimono gli interessi della collettività, ma per la pressione diretta o addirittura sulla base delle proposte di chi possiede consistenti beni immobiliari. Quando insomma chi ha iniziativa è la proprietà, e non il Comune. Continuiamo ad assistere a queste pratiche che distruggono il territorio e i patrimoni storici, con le quali il diritto collettivo viene sostituito con la sommatoria di interessi immobiliari privati. Questa la riflessione generale.
Nel caso specifico di questa determinazione troviamo che viene conferito di un incarico di 38.000 euro, per affido diretto, a due professionisti esterni già redattori del PAT attualmente in fase di approvazione.
A proposito di PAT è curioso notare come fino ad ora le uniche due osservazioni che hanno già ricevuto risposta – positiva e sostanziosa – siano questa dei proprietari della Villa di Ca’ Oddo e quella dei proprietari dell’area di Via Colombo per la quale è stata proposta la realizzazione di un nuovo centro commerciale, idea accolta e difesa a spada tratta dal Sindaco contro tutto e contro tutti.
Noi siamo in attesa di vedere che risposta avranno le nostre osservazioni – le uniche che rivestono un interesse generale – ma già annunciamo che in ogni caso non resteranno lettera morta.