La gestione dei sindaci ha fallito. costruiamo insieme una nuova forma di gestione che sappia coinvolgere chi realmente vuole salvare e rilanciare il Parco dei Colli Euganei
Un presidente dimissionario dal febbraio scorso, un direttore “provvisorio” che dura dal 2011, il rinnovo dei consiglieri che rappresentano, in seno al Consiglio, la Provincia e la Regione, la scadenza ormai in vista di tutto il Consiglio per il maggio dell’anno prossimo, la “spada di Damocle” della nuova Legge Regionale sui parchi: come ne verrà fuori la fragile barca del Parco da questa tormentata situazione?
Non vorremmo che il maggior pensiero fosse per i posti da occupare con le nuove nomine. A preoccupare le nostre Associazioni è invece soprattutto la crisi di fondo in cui l’Ente si dibatte in modo sempre più evidente.
Lo scollamento fra Parco e territorio si è andato via via approfondendo. La nomina nel 2011 di un Comitato Esecutivo unitario faceva sperare in una prospettiva ben diversa; il suo programma prevedeva infatti una serie di impegni che andavano in questa direzione: sulla trasparenza e la partecipazione, così come sulla promozione e su tanti progetti di incisiva valorizzazione del territorio. Ma tutto questo è rimasto sostanzialmente sulla carta.
Certo la Regione ha dato un forte contributo a rendere difficile la vita dell’Ente, mostrando di puntare a svuotarlo sia di mezzi, per la sua normale sopravvivenza, che di obiettivi di fondo cui ispirare la sua attività. Ma il Parco ci ha messo sicuramente del suo per farsi criticare, mancando, come detto, gli stessi obiettivi che si era dato. E arrivando a sprecare colpevolmente preziose occasioni per utilizzare consistenti finanziamenti previsti da Bandi Regionali.
A valutare con realismo la situazione, è in realtà la gestione dei sindaci che mostra inequivocabilmente la corda. Il loro apporto a qualificare l’attività dell’Ente è spento ed inadeguato, più che altro di facciata.
Le nostre Associazioni avvertono l’urgenza di un vitale rilancio dell’Ente. Almeno riprendendo e attuando il programma del 2011 a partire da quegli impegni sulla partecipazione che oltretutto non costerebbero nulla: attivare la Consulta, dare sistematici rapporti informativi sulle attività dell’Ente, creare occasioni di dibattito e confronto.
E si avvii una seria riflessione sul problema ormai indifferibile della gestione dell’Ente: a chi affidarne la guida? Creiamo un’opposizione compatta contro l’eventuale ripresa del tentativo da parte della Regione di snaturare le finalità del Parco, ma ragioniamo con disponibilità sulle ipotesi di trovare nuove forme di gestione dell’Ente che vedano coinvolti i soggetti a cui sta realmente a cuore il territorio. Passa di qui l’unica possibile salvezza del Parco.
“Coordinamento associazioni e comitati dell’area Parco Colli”