“IL PROCESSO 7 APRILE NEI RICORDI DEL GIUDICE ISTRUTTORE”

Il Centro di Cultura La Medusa e la casa editrice Il Poligrafo invitano alla presentazione del volume “IL PROCESSO 7 APRILE NEI RICORDI DEL GIUDICE ISTRUTTORE” di Giovanni Palombarini – Edizioni Il Poligrafo. Este, ex Collegio Vescovile, Aula Magna, Via Garibaldi 23 – giovedì 18 giugno 2015 ore 21.00

intervengono

Giovanni Palombarini già Procuratore Generale Aggiunto della Corte di Cassazione

Beatrice Andreose giornalista

IL PROCESSO 7 APRILE NEI RICORDI DEL GIUDICE ISTRUTTORE

Sovversione. Questa l’accusa con cui il 7 aprile del 1979 alcuni docenti e tecnici della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Padova vengono arrestati. Un terremoto si abbatte sulla città. Una escalation di sospetti e un clima di “caccia alle streghe” condurranno a ipotizzare che, proprio tra gli arrestati, si celino il gruppo dirigente delle Brigate Rosse e i responsabili del sequestro Moro. Giovanni Palombarini – all’epoca giudice istruttore del caso – si sofferma sulle singole tappe del processo, affdandosi ai documenti giudiziari, alle ricostruzioni giornalistiche e alla propria memoria degli avvenimenti, nel tentativo di ricostruire una pagina di storia recente che è ancora una ferita aperta per la città, e sulla quale si fronteggiano tuttora le opinioni e le memorie dei “superstiti”. A chiusura della puntuale ricostruzione processuale, le quattro interviste a Severino Galante, Gianni Riccamboni, Giorgio Tosi e Giovanni Valentini offrono la testimonianza della società civile inevitabilmente coinvolta e percorsa da laceranti fratture.

Giovanni Palombarini (Gorizia, 1936) è un magistrato italiano. Ha ricoperto incarichi in diverse sedi giudiziarie, trattando importanti processi. È stato pretore civile a Milano, Mestre e Padova, dove ha assunto, nel 1975, le funzioni di giudice istruttore penale, dirigendo il relativo uffcio fno al 1990. In quegli anni l’Uffcio istruzione ha gestito molti processi di consistente rilevanza, tra i quali il processo alle Brigate Rosse per l’omicidio di due militanti del Movimento Sociale Italiano nella sede di via Zabarella (1974); il “processo 7 aprile”, promosso nei confronti di numerosi esponenti di Autonomia Operaia (1979); e il “processo ai Nocs”, per fatti di tortura ai danni di brigatisti arrestati dopo il sequestro del generale americano Dozier. Nel 1990 è stato eletto al Consiglio superiore della magistratura.

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