Continua la “mala gestio” dei beni della Rocca di Monselice. Da mesi è inibito l’accesso al bosco e al Mastio. Il colle è ormai ostaggio della Regione Veneto che da una parte commissaria da anni il Parco Colli, dall’altra accentra la gestione dei beni della Rocca con questi risultati vergognosi.
Ad un anno dal cambio di gestione del complesso monumentale della Rocca di Monselice, passata dalla società Rocca s.r.l. alla Marco Polo s.r.l. (con l’esclusione, nella composizione societaria, sia del Comune di Monselice che della Provincia) non si è vista alcuna iniziativa, proposta o progetto ma soprattutto, quello che è inaccettabile, è la chiusura e la segretezza con cui viene condotta ogni cosa.
Le uniche notizie che abbiamo sono quelle che troviamo sui giornali locali, costituite da virgolettati sibillini, dichiarazioni che niente dicono e rimandano a competenze altrui, e da indiscrezioni non confermate. Possibile trovarci in una situazione del genere?
E così oggi veniamo a sapere che il bosco della Rocca e il mastio Federiciano, mai resi accessibili dalla nuova gestione, verranno riaperti, ad essere molto ottimisti, la primavera prossima. Leggiamo che il problema è legato alla scala di accesso al mastio ma non capiamo per quale motivo sia interdetta anche tutto il parco sottostante per il quale la stessa regione, attraverso il Parco Colli, aveva finanziato importanti lavori di riordino boschivo e messa in sicurezza dei sentieri.
Una domanda che già questa primavera avevamo posto ad un interlocutore muto e assente.
E per fortuna che lo scopo dell’affidamento, secondo la L.R. n. 7 del 2016 (Legge di stabilità regionale, ormai diventata il contenitore dove s’infila dentro di tutto) che ha stabilito la cessazione della società Rocca srl, era “la conservazione, la valorizzazione e l’uso pubblico del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico del complesso dei beni, nonché l’incremento della fruibilità del predetto patrimonio“.
E l’ex casa Bernardini, la cui ricostruzione raddoppiata, senza ben sapere che farne poi, e costata una cifra enorme?
E la cava della Rocca da anni abbandonata a se stessa e che continua ad ospitare una discarica che tutti fingono di dimenticare?
Risposta: “L’amministrazione regionale avvierà progetti di riqualificazione e di utilizzo degli stessi, nell’ottica di una gestione culturale e di una valorizzazione economica del complesso”. Tradotto: “Nessun progetto in vista”.
Il bene è, di fatto, ostaggio della Regione Veneto che da una parte commissaria da anni il Parco Colli, dall’altra accentra la gestione del Colle della Rocca con questi risultati vergognosi.
In tutto questo il Comune di Monselice si dimostra purtroppo supino e silente.
Possibile che non esista un piano strategico di valorizzazione di uno dei complessi monumentali più interessanti della Regione? E sarebbe accettabile che tale piano venisse portato avanti senza il coinvolgimento di chi questo territorio lo conosce e lo vive tutti i giorni?
Torniamo insistentemente a chiedere che “trasparenza” e “partecipazione”, valori di cui tutte le amministrazioni si fregiano, diventino azioni e passaggi concreti.