Este, come non valorizzare i propri beni culturali.

Pubblichiamo l’intervento di Gianni Sandon che si concentra, ancora una volta, sullo stato di colpevole abbandono e degrado della Torre e del suo intorno.

Le visite alla Torre sono sospese a causa della caduta delle tegole. La riapertura avverrà quando il Comune metterà tutto in sicurezza”. Dietro questo cartello all’ingresso della Torre forse ormai da anni, c’è una situazione emblematica, e non certo in senso positivo.

La Torre con le sue adiacenze rappresenta una delle testimonianze più significative del territorio estense. E nel tempo è stata oggetto di onerosi interventi. Una targa, sulla Torre stessa, ricorda che nel 1894 il Comune “acciò che non perisca la memoria delle cose patrie la riparò da ruina”.

E in tempi più recenti, nel 1991, è stato investito oltre un miliardo (di lire) per restaurarla radicalmente, con la prospettiva di farne un museo delle fortificazioni.

Pochi anni dopo, 1994, una attenzione speciale gliel’ha dedicata il Piano Ambientale del Parco prevedendo proprio in corrispondenza della Rocca, del vicino oratorio di S. Bartolomeo e della villa Malipiero una “Porta” del Parco per “valorizzare  e qualificare l’eccezionale nodo di valenza storico-ambientale-monumentale”.

E non è finita: all’inizio degli anni 2000 la Provincia ha progettato il “percorso ciclo-naturalistico del Frassine” facendolo passare proprio davanti alla Torre e realizzando anche un sottopasso in corrispondenza della vicina ferrovia.

Ma come ci avviciniamo ai giorni nostri si succedono, al contrario, decisioni sconfortanti.

La stessa Provincia, è da presumere con l’avallo del Comune, nel 2015, inserisce questo tratto nell’anello delle città murate, ma invece di riprendere il percorso già scelto pochi anni prima e magari migliorarlo, lo sposta sull’altro argine, allontanandosi dalla Torre e facendo correre i ciclisti assieme alle auto.

E pochi mesi fa il Comune ha realizzato un impegnativo sottopasso per far evitare ai cicloturisti l’attraversamento della vicina, trafficata statale, ma invece di farlo sul lato della Torre (sarebbe oltretutto costato molto meno) lo ha fatto sull’argine opposto, dove, come detto, le bici devono convivere con le auto.

Di mezzo a queste discutibili scelte ci stanno i poveri alpini: a loro, dal maggio 2011, è affidata la gestione della Torre, anche per la sua “valorizzazione turistica”, che certo dal passaggio della pista ciclabile sarebbe stata incentivata (e magari avrebbe potuto coinvolgere anche l’oratorio di cui sopra, ora in penoso abbandono).

Vien proprio da chiedersi se questi amministratori lo conoscono il loro territorio, ma soprattutto se lo amino davvero! E pensare che la stessa  sindaca di Este, anche in questi giorni, ha ripetuto le critiche ai vertici dell’OGD (la nuova organizzazione turistica relativa a Colli e Terme) perché, a suo dire, misconoscono i valori del territorio estense!

Gianni Sandon

L’oratorio di S. Bartolomeo  e in secondo piano la Rocca

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *