Nasce il coordinamento per il risanamento del fiume Fratta Gorzone

A Cologna Veneta è stato costituito il “Coordinamento per il risanamento del fiume Fratta Gorzone”, una realtà che raggruppa associazioni, comitati e attivisti con la finalità di sollecitare il risanamento del fiume Fratta Gorzone. Tra i fondatori anche il Comitato popolare “lasciateci respirare”.

Il coordinamento nasce dalla condivisione dei seguenti presupposti:

  • l’inquinamento del fiume Fratta Gorzone è noto da tempo, tuttavia alcuni fatti relativamente recenti rendono il suo risanamento ancora più urgente;
  • la contaminazione della falda sotterranea dovuta ai pfas, ad esempio, penalizzerà o impedirà del tutto l’utilizzo dell’acqua prelevata dai pozzi rendendo i corsi d’acqua superficiali la principale risorsa per l’agricoltura;
  • uno screening della Regione Veneto (reso pubblico recentemente dal comitato delle Mamme no-pfas e da Greenpeace) effettuato su determinati prodotti (carne, uova, frutta, verdura) ha rivelato presenze rilevanti di Pfas, indicando una contaminazione in atto della catena alimentare dovuta evidentemente anche all’utilizzo di acque irrigue inquinate;
  • un’ulteriore ricerca condotta su questi dati, e oggetto di un apposito articolo scientifico pubblicato nel numero di ottobre della rivista Epidemiologia e Prevenzione, ha portato alla conclusione che una delle aree a maggior probabilità di contaminazione si trova proprio lungo la direttrice del fiume Fratta, al di fuori dell’area di contaminazione della falda, nel territorio dei comuni di Montagnana, Bevilacqua e Terrazzo.
  • è fondamentale perciò – ora più che mai – risanare i corsi d’acqua superficiali a partire dal Fratta Gorzone.

Nel Fratta Gorzone, all’altezza di Cologna Veneta, sono sversati i reflui del tubo gestito dal Consorzio A.Ri.C.A., nel quale recapitano gli scarichi dei depuratori di Chiampo, Arzignano, Montecchio Montebello, Lonigo utilizzati anche dal distretto conciario.

Il coordinamento condivide il fatto che  il problema dello scarico del tubo A.Ri.C.A. non riguarda soltanto i pfas, ma anche altri  inquinanti. Inoltre, non impatta soltanto su Cologna Veneta, ma sull’intera asta del fiume sino a  Chioggia.

Ad oggi diverse associazioni e comitati si sono attivati singolarmente, con un lavoro di sensibilizzazione e denuncia molto puntuale e reiterato nel tempo, purtroppo ripagato spesso da scarsi risultati e da un elevato senso di frustrazione. E’ apparso perciò necessario ricostituire un “coordinamento” delle realtà associative lungo tutto il fiume (l’ultimo tentativo risale a circa vent’anni fa) che miri a superare l’isolamento geografico, a costruire una rete, a realizzare alcune iniziative comuni con lo scopo sia di aumentare la sensibilizzazione sia di incidere sui processi decisionali in capo ai diversi livelli istituzionali.

Il “coordinamento per il risanamento del Fratta Gorzone” avrà pertanto due linee di lavoro:

–    una “linea culturale” che si occuperà di coordinare le iniziative di sensibilizzazione sul territorio;

–   una “linea tecnico/amministrativa/legale” che si occuperà di esaminare i documenti che riguardano la gestione del fiume (Piano di Gestione delle Acque, autorizzazione del tubo A.Ri.C.A., autorizzazioni dei depuratori, Accordo Quadro di Programma….ecc.) per farne un’analisi critica e produrre osservazioni, relazioni ecc. da presentare alle varie istituzioni.                

Con riferimento a quest’ultimo aspetto il coordinamento ha già elaborato una prima documentata istanza inviata ai principali attori istituzionali responsabili del risanamento del Fratta Gorzone, vale a dire:

  • l’Autorità di Bacino Idrografico delle Alpi Orientali (alla quale è rivolta l’istanza di ripristinare l’obiettivo di risanamento del fiume Fratta Gorzone previsto dalla Direttiva Quadro sulle Acque del 2000);
  • la Regione Veneto (alla quale viene rivolta l’istanza di sottoporre a revisione l’autorizzazione dello scarico ARICA e l’autorizzazione ai cinque depuratori individuando limiti più stringenti di quelli attuali e compatibili con la capacità autodepurativa del fiume);
  • alla Provincia di Vicenza (per la necessità di sottoporre a revisione le autorizzazioni rilasciate alle attività produttive).

Il documento è inviato per conoscenza anche al delegato dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, in occasione della sua visita a Cologna Veneta di inizio dicembre, al Ministero per la Transizione Ecologica, a ISPRA, al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, alle Province e ai Comuni interessati dal percorso del Fratta Gorzone.

In particolare, il documento si presta ad essere fatto proprio da parte dei singoli Comuni attraversati ai quali il coordinamento rivolge l’invito di discuterne i contenuti e farne proprie le specifiche istanze. Solo in tal modo infatti sarà possibile rafforzare la coesione dei territori danneggiati dall’inquinamento e la richiesta – prevista dalle norme ambientali da oltre vent’anni – di risanare il corso d’acqua.

Coordinamento per il risanamento del fiume Fratta Gorzone”

Il Mattino di Padova 12-12-2021

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