“Italia Nostra” dice NO all’ascensore nella roccia e propone alternative

Sollecitata dalla raccolta firme promossa da ASCOM e commercianti di Monselice per l’ascensore nella Rocca e dalla proposta di referendum, “Italia Nostra” in un Comunicato stampa, spiega i motivi della sua contrarietà a questo impianto e propone soluzioni semplici e poco costose.

In rifermento all’ipotesi proposta del gruppo “Monselice riparte” di dar vita a un referendum popolare sull’ascensore nella Rocca, nata dopo la raccolta di firme pro ascensore organizzata da Ascom, ci permettiamo di riproporre argomentazioni forse già note ai più.

Vogliamo ricordare che la Rocca di Monselice appare come un “unicum” di eccezionale interesse culturale e un palinsesto straordinario della storia della comunità locale come dimostrano le sue aree di grande pregio archeologico: tombe longobarde sulle pendici del colle; vestigia della chiesa di santa Giustina e resti di edifici medievali sulla sommità; tratti significativi della complessa struttura difensiva a partire dall’epoca bizantina, fra cui spicca il Mastio Federiciano. Ci sono poi il duomo vecchio e numerosi edifici di epoca moderna: Cà Marcello che ha inglobato le successive strutture del castello realizzate dall’XI al XIV sec. villa Nani Mocenigo e il complesso scenografico della villa Duodo di Vincenzo Scamozzi con la sua grandiosa scalinata del Belvedere e con il Santuario delle Sette Chiese ove è possibile acquisire le indulgenze giubilari.

Come da noi sempre sostenuto, per avere una percezione corretta di questo complesso e unitario “bene culturale” si deve percorrere a piedi la via del Santuario che da piazza Mazzini, precisamente dal cinquecentesco ex Monte di Pietà, porta al Mastio. Solo così, camminando lentamente e in salita, si coglie il significato processionale delle chiesette e si comprende che il Mastio è l’estremo elemento di una struttura difensiva medievale successivamente conquistata dalla funzione civile, come conferma la presenza delle ville situate in posizione dominante a ostentare il potere delle casate.

E’ evidente il valore culturale dell’attuale percorso che rappresenta un viaggio nella memoria storica e nello stesso tempo un “itinerario di pellegrinaggio” dove il salire è simbolo di un’ascesa spirituale e un’esperienza estetica eccezionale.

Da queste considerazioni nasce il nostro dissenso contro la banalizzazione della risalita alla sommità della rocca tramite l’ascensore che, inoltre, darebbe vita al meccanismo del turismo “mordi e fuggi”: dalla cava-parcheggio alla torre di Federico, la discesa-via in macchina, senza neppure una sbirciatina alla città!

Dovrebbero esserne consapevoli gli associati Ascom che con la raccolta di firme in favore dell’ascensore in realtà non si promuove la valorizzazione della città di Monselice ma,  un’altra  altra attrazione turistica: il nuovo “Ascensore nella roccia” anche perché salendo con  l’ascensore  la visita del sito si limiterà  alla sola sommità del colle della Rocca ove a parte il fascino del Mastio federiciano  i circostanti  resti  archeologici sono illeggibili e versano in uno stato di degrado inaccettabile.

Certamente la scalinata del Belvedere si configura come una barriera architettonica che, come già proposto, diventa facilmente superabile con un elevatore di pochi metri studiato ad hoc e collocato prima della scalinata, che consentirebbe di raggiungere il vecchio percorso di accesso alla casa ex Bernardini. In questo modo, magari con un paio di auto elettriche, si potrebbe garantire a tutti la corretta percezione dei luoghi e un’esperienza estetica indimenticabile.

Per “Italia Nostra” Consiglio Regionale Veneto

la presidente Maria Letizia Panajotti

2 commenti su ““Italia Nostra” dice NO all’ascensore nella roccia e propone alternative”

  1. La volontà di continuare, contro ogni logica, ad insistere per avere l’ascensore corrisponde ad una pervicace ed ottusa tendenza all’autolesionismo e alla mancanza di idee e di prospettive sulla gestione del patrimonio storico di Monselice, immeritatamente pervenuto in eredità a quei signori

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