Un brutto, ennesimo pastrocchio, ha dato un nuovo Presidente e un nuovo esecutivo al Parco dei Colli Euganei.
Un programma penoso, ma sopratutto pericoloso in quanto cerca di minare il Piano Ambientale. Nessun confronto con comitati e associazioni ambientaliste ed un incarico ai Sindaci che hanno accumulato grosse responsabilità sulla situazione attuale.
Ecco il nuovo Esecutivo dell’Ente Parco Regionale dei Colli Euganei eletto il 30 giugno dal Consiglio. PRESIDENTE: Luca Callegaro (Sindaco Arqua Petrarca)
COMITATO ESECUTIVO: Massimo Momolo (Sindaco Battaglia Terme), Riccardo Masin (Sindaco Galzignano Terme), Lucio Trevisan (Sindaco Cinto Euganeo), Moreno Valdisolo (Sindaco Teolo).
Gianni Sandon e Beatrice Andreose sono stati gli unici Consiglieri a votare contro questa scelta. Pubblichiamo questo intervento che ben riassume il quadro della situazione:
Egregio presidente, egregi consiglieri,
si è svolta a porte chiuse la trattativa che ha portato i partiti a proporre, onde evitare l’eventuale commissariamento, un nuovo presidente ed un nuovo esecutivo per l’ente Parco Colli Euganei. Vengo a sapere delle decisioni prese solo dopo che i giochi sono stati chiusi e mi si dice che il programma proposto è quello sottoscritto dal precedente direttivo. La nuova direzione del parco per regolamento deve venire votata dal consiglio del Parco di cui la sottoscritta fa parte in rappresentanza del comune, forse sarebbe meglio dire dei cittadini, di Este. Per mia formazione culturale e politica ritengo che qualsiasi decisione si prenda anche in politica, ad essa io debba personalmente partecipare. In questo, come in altri casi, così non è stato.
Preannuncio pertanto il mio voto contrario motivandolo con i seguenti argomenti:
1) la crisi del parco colli è dovuta ad una ferma volontà politica di chi governa la Regione Veneto. La logica è fare spending review cancellando una realtà che, seppur con forti contraddizioni, ha saputo finora limitare un assalto urbanistico che in sua mancanza si sarebbe perpetrato ai danni del territorio. In Regione è pronta una proposta di legge che prevede che le autorizzazione paesaggistiche non siano più competenza del Parco ma dei comuni, con inevitabili ripercussioni sotto il profilo della unitarietà di tutela paesaggistico – ambientale dell’area. Il Consiglio del Parco verrebbe sostituito dalla Comunità del Parco, la quale indicherebbe tre componenti del Consiglio Direttivo, in tutto cinque, uno dei quali rappresentante della Regione, uno scelto tra le associazioni degli agricoltori e delle associazioni venatorie, uno rappresentante delle associazioni ambientaliste. Il presidente é scelto dalla Regione così come il direttore. Quindi il governo del Parco sarebbe in mano della Regione.
2) L’unico modo per far retrocedere la Regione dal suo intento non è una contrattazione tra ceto politico contro ceto politico ( sindaci contro regione)quanto invece riempire di contenuti il Parco stesso attivando finalmente quei progetti presenti nel Piano ambientale e così pervicacemente ignorati tanto da essere quasi dimenticati soprattutto da chi, il direttivo, avrebbe dovuto finora attuarli.
3) In quanto al direttivo ritengo debba essere composto da persone esperte, disposte a lavorarvi con abnegazione e competenza. I sindaci sinora non hanno dimostrato grande attaccamento a questo ente, vissuto quasi come una palla al piede. Questa è una stagione che potrebbe preludere alla chiusura dell’ente, è necessario coinvolgere i cittadini, le associazioni ambientaliste, quelle agricole ed imprenditoriali in difesa della tutela del loro territorio.
4) Certo questo ente da sempre forte con i deboli, i cittadini che chiedono risposta a piccole pratiche, e debole con i forti ( cementerie) non ha saputo avvicinare i residenti alla filosofia del parco che non è mai stato vissuto come una opportunità. Ritengo inutile pertanto cambiare gli attori se la recita è sempre la stessa. In questa occasione si sarebbe dovuto aprire un franco e sincero confronto anche con chi , tra i consiglieri e fuori dal consiglio con le associazioni , ha sempre avuto a cuore questo ente. Così non è stato fatto. Vi avremmo costretti a parlare dei progetti da attuare, da quello sui sentieri a quello dell’anello ciclabile sino al risanamento della chiesetta di S.Lucia del Rusta, oggi proprietà del parco che una cava minaccia di ridurre ad un cumulo di macerie.
5) Infine sul programma. Intanto non è lo stesso sottoscritto dal precedente direttivo. Inoltre ritengo che i cinque punti che lo compongono siano stati scritti in modo frettoloso e inadeguato ( sorvoliamo sugli errori grammaticali). Ritengo che il problema dei cinghiali e quello della manutenzione sentieri sia o debba iniziare ad essere ordinaria gestione dell’ente. Mi preoccupa in particolare il quinto punto laddove si dice che il Piano Ambientale è uno strumento rigido, poco flessibile e spesso in contrasto con le previsioni di sviluppo dei piccoli comuni, suggerendo alla fine una sua rivisitazione e modifica. Anche no, direi io. Con la precedente gestione si era iniziato un adeguamento del piano ambientale alle nuove leggi nel frattempo emanate. Ma ci dobbiamo fermare qua. Se poi a chiedere un adeguamento del Piano vi sono anche sindaci usciti sulla stampa per chiedere la chiusura del parco, non posso che essere fortemente preoccupata e contrariata.
Per tutti questi motivi, di metodo su come si è arrivati alla stesura del programma, ma anche di contenuto sui punti stessi del programma, preannuncio il mio voto contrario a questo direttivo e a questo presidente.
Beatrice Andreose