A dicembre dello scorso anno abbiamo inviato all’assessore Forcolin una lettera con la quale chiedevamo di essere messi a parte delle decisioni che gravano sulla gestione dei beni della Rocca, considerando che anche da parte della Regione fosse importante e opportuno informare l’opinione pubblica su quali siano i piani e le idee per la nuova gestione. Informazione dovuta soprattutto in considerazione della forte appartenenza che i cittadini di Monselice sentono nei confronti del patrimonio storico, monumentale e naturalistico della Rocca.
Un patrimonio comune che verrà salvaguardato come tale solo se per esso si riuscirà a sviluppare una forma di gestione nuova e condivisa. La proprietà “pubblica” della Rocca dovrebbe offrire garanzie di partecipazione e di comunanza tra coloro che dovrebbero esserne i beneficiari; e non solo per ragioni di orgoglio, ma soprattutto perché essi possono trasformarsi in una risorsa per lo sviluppo del bene stesso.
Non abbiamo ricevuto alcuna risposta. Ora, leggiamo sui quotidiani locali, si torna alla carica con l’ascensore sulla Rocca, a distanza di dieci anni dall’avvio di questo sciagurato progetto. Dichiarazioni, quelle del presidente della ormai defunta Società Rocca di Monselice, che definiamo arroganti e che insistono su una gestione personalistica (non si sa, ormai, in che veste) di un patrimonio che appartiene alla collettività. Inaccettabile che su una questione con tante implicazioni culturali ed economiche, ma anche giudiziarie, come quella degli interventi sul colle della Rocca si continua a procedere con metodi così sbrigativi.
E il comune di Monselice? Dopo aver deliberato in consiglio il recesso dalla Società Rocca, l’assessore Mamprin rivendica il ruolo del Comune di Monselice nella gestione dei beni, facendo affidamento in una “intercessione” da parte di Businaro, qualora venisse nominato presidente della Marco Polo Immobiliare: quindi ancora una gestione personalistica che, tutt’al più, al Comune “concede”. Inaccettabile.
Riconfermiamo, ancora una volta, la piena disponibilità ad un confronto che deve necessariamente coinvolgere il territorio e i suoi portatori d’interesse. Il tentativo di imporre progetti pericolosi e inadeguati (peraltro costosi e privi di un serio piano economico di gestione) è già naufragato più volte. Auspichiamo che chi governa la Regione Veneto non voglia continuare ad assecondare opere che appartengono, nello spirito, ad un’altra epoca che vorremmo ormai archiviata.
Rifiutiamo di accettare supinamente scelte calate dall’alto e mai condivise. I motivi di contrarietà all’ascensore scavato nella roccia li abbiamo ribaditi più volte e a questo abbiamo formulato proposte alternative, meno impattanti, meno costose e più efficaci. Anche su questo torniamo a chiedere un confronto.
I cittadini di questo territorio hanno dimostrato, in particolare in questo ultimo periodo, non solo una rinnovata sensibilità e combattività sulle questioni ambientali e sociali – soprattutto quando scelte così impattanti vengono imposte senza possibilità di dialogo – ma anche la capacità di proporre sia soluzioni più all’avanguardia in termini di rispetto del territorio e la sua storia e sia modelli di sviluppo che sanno guardare lontano nell’interesse comune. Anche in questo caso, con determinazione, sapranno vigilare e indicare altre vie.
Comitato popolare “Lasciateci respirare” Monselice