Un futuro a 10 corsie?

A chi giova la costruzione della terza corsia sulla A13 e la nuova complanare? un report del dibattito del 14 novembre 2019 promosso dal Comitato “La nostra Terra” e dal Comitato popolare “lasciateci respirare”. Qui i video degli interventi

Di grande interesse l’incontro pubblico che si è tenuto il 14 novembre a Due Carrare sulla viabilità, con focus sulle due grandi opere che sono previste nel tratto Monselice-Padova, vale a dire la terza corsia sulla A13 e la complanare all’autostrada, opere che toccano i comuni di Monselice, Pernumia, Due Carrare, Maserà, Albignasego e Padova. Mentre la terza corsia è un progetto noto e discusso, anche per l’opposizione dei comitati locali, la complanare all’autostrada, ugualmente se non più impattante, è  circondata da un incredibile silenzio. E dire che è tra gli interventi previsti nel piano provinciale dei trasporti, messa in stand-by solo per attuale mancanza dei finanziamenti.

Christianne Bergamin, presentando i due progetti, ha rilevato il loro impatto sul territorio in termini di consumo di suolo e di deterioramento del paesaggio, ma soprattutto il loro scollamento dal pubblico interesse. Per le autostrade vale un discorso generale: con l’affidamento della concessione del servizio pubblico ai privati si è affermata la prevalenza della logica utilitaristica del profitto privato, secondo la quale l’aumento del traffico è un elemento positivo, principio assolutamente contrario alle regole della mobilità sostenibile. Il tema delle liberalizzazioni, anche solo di tratti autostradali, è ancora un tabù per noi, mentre le autostrade sono libere da pedaggio in altri paesi europei, come la Germania, l’Olanda e molti altri. E la complanare, opera concepita più di mezzo secolo fa, andrebbe a cementificare una striscia di terreno attualmente ad alta valenza agricola, in parte sotto vincolo paesaggistico; se poi ci aggiungiamo anche il progetto del centro commerciale, non ancora del tutto scongiurato, questo pezzo di territorio diventerebbe uno dei tanti paesaggi degradati noti come “città diffusa”.

Il professor Erasmo Venosi ha portato temi importanti e di ampio orizzonte, affermando che la progettazione della mobilità non può più prescindere da obiettivi come la transizione a fonti energetiche non fossili e la conservazione del suolo. L’inversione di tendenza dei cambiamenti climatici inizia dalla gestione della CO2, che contribuisce per il 60% all’aumento della temperatura, e un ruolo chiave lo riveste proprio il suolo naturale, che può immagazzinare una quantità di CO2 doppia rispetto a quella dell’atmosfera. Affermazioni che suonano come un severo monito per il Veneto dove il consumo di suolo viaggia su percentuali vicine al 13% contro il 3% scarso della media europea, e dove la recente legge sul contenimento del consumo di suolo prevede ben 15 deroghe, tra cui appunto le infrastrutture.

Secondo le analisi presentate da Ilario Simonaggio, sul fronte della viabilità il nostro territorio presenta criticità moderate che non necessitano di grandi opere, ma piuttosto di interventi per migliorare l’esistente, integrandoli con investimenti sul trasporto pubblico e sul rafforzamento della ferrovia. Il progetto di metropolitana di superficie, che doveva interessare anche l’area tra Padova e la Bassa padovana, è stato irresponsabilmente abbandonato.

Sul tema specifico della serata è dunque necessaria un’alleanza dei territori a sud di Padova per chiedere che vengano cancellati dalla pianificazione progetti obsoleti e pericolosi e vengano sostituiti con progetti di sviluppo vero e qualitativo.

Alla serata sono intervenuti anche il Sindaco di Battaglia Terme Massimo Momolo e di Due Carrare Davide Moro, oltre ai rappresentanti del Comitato No Terza corsia A13.

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