Ancora un appello delle Associazioni affinché la Regione Veneto affronti in modo definitivo la “bomba ecologica” rappresentata dalle 50.000 tonnellate di rifiuti pericolosi ammassati dentro la C&C di Pernumia. Qui il comunicato stampa.
La cosiddetta “fabbrica dei veleni”, ovvero la C&C di Pernumia, da 13 anni minaccia la salute dei cittadini e la salubrità del territorio con il suo carico di 50mila tonnellate di rifiuti classificati come pericolosi. A chi spetta la bonifica? A suo tempo i responsabili hanno dichiarato fallimento e/o beneficiato vergognosamente della prescrizione del reato, e quindi tutto ricade sulla collettività.
Servono circa 10 milioni di euro per asportare il materiale, senza contare poi la bonifica del sito. La Regione Veneto ha erogato 1.500.000 euro ancora nel 2014, soldi che si andranno a spendere pare nei prossimi mesi, dunque a distanza di ben quattro anni e dei quali circa un milione sarà destinato all’asporto vero e proprio. Di questo passo serviranno cinquant’anni per risolvere definitivamente la situazione, ma i capannoni vetusti e deteriorati non aspetteranno tanto a collassare.
Come associazioni da anni denunciamo l’esiguità degli impegni finanziari regionali e la mancanza di pianificazione, ma anche le lungaggini nel loro utilizzo.
Nel febbraio scorso abbiamo svolto un convegno per parlarne, erano presenti sindaci, politici e associazioni, ma il grande assente era la Regione Veneto, o meglio l’assessore all’ambiente. Peccato.
Peccato perché è proprio la Regione Veneto che, attraverso un impegno finanziario pluriennale, può garantire la soluzione del problema in tempi ragionevoli.
Con questo obiettivo abbiamo chiesto ai Sindaci dei tre comuni maggiormente coinvolti (Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare) di farsi parte attiva presso la Regione, adesso che si sta approntando il bilancio regionale, anche insieme agli altri primi cittadini del territorio, perché il problema della ex C&C non interessa un territorio circoscritto: basti pensare a cosa succederebbe in caso di tromba d’aria o di esondazione del vicino Vigenzone.
Su questa situazione abbiamo contribuito alla presentazione di numerose interpellanze, sia in Regione che in Parlamento. Ci siamo rivolti anche a Bruxelles, Commissione Petizioni, affinché spinga le autorità italiane a intervenire; nel luglio scorso due europarlamentari italiani (Eleonora Evi e Marco Zullo del M5S) hanno visitato il sito prendendo visione della drammaticità della situazione. E hanno garantito il loro impegno perché l’inchiesta avviata a Bruxelles rimanga aperta fino alla definitiva soluzione del caso.
Associazione La Vespa
Comitato SOS C&C
Coordinamento associazioni ambientaliste – Parco Colli