Nell’ex cava Solana sono in corso da oltre un anno lavori definiti di “ricomposizione ambientale”. Qui la ricostruzione della vicenda sul Monte Ricco a Monselice. Il Comunicato Stampa del gruppo “Ambiente e Società”
In questi giorni abbiamo trasmesso una nuova segnalazione per i lavori di ricomposizione ambientale dell’ex cava Solana di Monselice, attuati dalla Ditta “VERONESE IMPIANTI SPA”, con richiesta di verifica sulla legittimità dell’autorizzazione concessa ed eventuale asportazione di materiali.
La prima segnalazione risale al marzo 2022 ed era indirizzata al Comune di Monselice, all’Ente Parco Colli Euganei, al Comando Stazione CC Nucleo Forestale Monselice, alla Regione Veneto, al Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, ad AVEPA, Alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti. Vista l’assenza di risposte la nuova segnalazione è stata posta per conoscenza anche alla Procura della Repubblica c/o Tribunale di Padova.
Le segnalazioni seguono l’Istanza di annullamento in via di autotutela del Marzo 2021, trasmessa agli enti che a febbraio 2021 hanno autorizzato questi presunti lavori di ricomposizione ambientale dell’ex cava Solana di Monselice, alla Ditta “VERONESE IMPIANTI SPA” di Este. Nel maggio 2021 lo stesso tema è stato presentato come Mozione e discusso nel Consiglio Comunale di Monselice.
Il progetto della ditta proponente è suddiviso in 3 stralci funzionali la cui esecuzione complessiva è prevista svolgersi in 12 anni (4+4+4) e comprende sommariamente i seguenti interventi:
a) il riempimento del bacino di cava con l’apporto di materiale di scavo (primo metro circa) derivante dalla principale attività della ditta Veronese Impianti, ovvero la realizzazione d’impianti idraulici (acquedotti, fognature, usualmente per appalti pubblici) in tutto il Veneto, disposto a terrazzamenti, per complessivi 165.880 mc. che richiederà l’impiego di oltre 11.000 autotreni provenienti da tutte le zone del Veneto.
b) la realizzazione di sistema di drenaggio e la creazione di un invaso artificiale per la raccolta delle acque di scolo.
c) la piantumazione di un uliveto di circa 18.745 mq a lavorazioni ultimate.
A nostro avviso tale progetto non risulta essere compatibile con le prescrizioni del Progetto Tematico Cave per almeno tre ragioni:
- Innanzitutto, la categoria d’intervento Co2 “conservazione attiva” non prevede alcun riporto, né asportazione, di materiale [solo in caso di restituzione Re e di riqualificazione Rq viene prevista la possibilità di riporti, ma limitati a “terreno vegetale”];
- in secondo luogo la durata delle lavorazioni – e quindi di un cantiere aperto – stimata in 12 anni, certamente, non può essere compatibile con la conservazione e il potenziamento della biocenosi, anzi ne rappresenta un forte elemento di disturbo;
- in terzo luogo la piantumazione dell’uliveto, “una normale scelta di coltura in ambito agricolo”, sul cui sistema e tecniche di coltivazione non è specificato nulla, oltretutto, non dimostra alcun valore o interesse in relazione alla finalità didattico-naturalistica.
Le segnalazioni trasmesse erano corredateda documentazione fotografica, che attestava:
- Un consistente movimento di autocarri che avrebbero trasportato fuori dall’area dell’ex cava Solana materiali, che con tutta evidenza si presentavano come materiali rocciosi tipici di quella cava.
- La presenza di grandi cumuli di materiali rocciosi tipici di quella cava.
Ricordiamo che il Piano Cave, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 11 del 9.3.2001, classifica l’ex cava Solana come “cava abbandonata” per la quale sono previsti solo interventi classificati del tipo Co2, cioè di “conservazione attiva“, interventi che devono essere attuati “senza prelievi di materiale“. D’altra parte tali prelievi verrebbero comunque a configurarsi chiaramente come un’attività estrattiva esclusa dalla stessa legge 1097 del 1971.
Abbiamo ripetutamente chiesto che agli organi preposti verificassero l’attendibilità delle segnalazioni che ci sono state inviate e quindi la regolarità delle attività in atto nella cava, anche alla luce della piantumazione degli ulivi, prevista in progetto al termine dell’opera.
Si già è concluso il primo stralcio con il riporto di 55.800 mc che doveva essere terminato nel 2025? O sono addirittura conclusi anche il secondo con 72.300 mc e il terzo stralcio con 37.700 mc che dovevano terminare rispettivamente nel 2029 e nel 2033? Qualcuno ha controllato le reali quantità di “terre di scavo” scaricate in Cava?
Auspichiamo che queste verifiche siano effettuate con opportuna sollecitudine, anche con un controllo sulla qualità del materiale portato in cava, sperando inoltre di essere informati sui risultati degli accertamenti.
Monselice “Ambiente e Società”

