Gianni Sandon, ex consigliere Ente Parco Colli Euganei, scrive al Consiglio Direttivo, Comunità, Consulta dell’Ente Parco e agli organi di stampa, sul caso Ex Cima dove gli imprenditori chiedono di trasformare la previsione di nuovi alberghi nella realizzazione di lottizzazioni residenziali e/o commerciali.
Non passa giorno che non si sentano decantare le gloriose origini millenarie del termalismo euganeo. Generale silenzio invece su un periodo più vicino a noi, cruciale anche per i tanti riflessi che ha sulla situazione attuale: il travolgente sviluppo alberghiero in particolare degli anni 60 e 70 del secolo scorso.
Uno sviluppo così sregolato che ha costretto la neonata Regione (democristianissima) ad approvare già nel 1975 la legge speciale n. 31 per la “salvaguardia delle risorse idrotermali euganee” ( “Allo scopo di garantire un pratico intervento di salvaguardia della risorsa e dell’attività termale, tenuto conto del grave fenomeno del depauperamento della risorsa stessa”). Prevedendo l’adozione di un apposito “Piano di Utilizzo della Risorsa Termale” (il famoso PURT).
Piano approvato dal Consiglio regionale il 23 aprile 1980. Allo stesso Consiglio era stato inoltrato pochi giorni prima, con contenute previsioni di ulteriori espansioni. La generale, si potrebbe dire isterica, reazione di pressoché tutti gli amministratori dell’area termale ha “costretto” il Consiglio regionale, proprio negli ultimi minuti prima della sua scadenza, ad approvare radicali modifiche prevedendo consistenti sviluppi (almeno 2.500 nuovi posti letto) distribuiti a pioggia fra tutti i Comuni con almeno un pozzo termale.
Ma già in vista della regolamentazione erano scattate, come da inveterata tradizione, le corse ad anticiparla. Dall’ampio campionario di esemplificazioni, citiamo il caso di Monteortone, in comune di Teolo, caso in questi giorni di particolare attualità. Già nel 1973 e nel 1974 erano state rilasciate le concessioni edilizie per 2 alberghi, il Leonardo e il Michelangelo. Costruiti addirittura senza avere ancora la concessione termale!
Con l’approvazione del PURT c’è stata la corsa generale a inserire negli strumenti edilizi gli sviluppi consentiti da tale Piano. E così anche Teolo ha previsto la sua zona termale attorno ai 2 nuovi alberghi.
Ma le cose hanno preso una piega ben diversa, certo non imprevedibile ad un attento esame della situazione. Riassumiamola così: nonostante le frenesie per continuare l’assalto al bacino, dal 1980 in tutta la zona termale non si è più costruito un solo albergo nuovo, ma anzi si sono profilati i primi diffusi segnali di crisi. E non certo per le contestazioni degli ambientalisti, che pure non sono mancate, ma perché così voleva lo stesso mercato ormai saturo.
Gli stessi imprenditori, che si sono trovati le porte aperte per costruire nuovi alberghi, si sono tirati indietro puntando, in non pochi casi, a trasformare la previsione di nuovi alberghi in quella di realizzare lottizzazioni residenziali e/o commerciali. Sarebbero tutti da raccontare i tanti passaggi, anche per Monteortone, in questa direzione. Ma la sostanza della conclusione è quella che vediamo oggi: invece dei fantomatici alberghi una bella lottizzazione di 60.000 mc. La si può definire una speculazione edilizia? Si poteva evitare? Si potrebbe ancora farlo? Che non sia impossibile lo dimostra il caso, uno dei pochi positivi, proprio in questi giorni sotto gli occhi di tutti.
Sostanzialmente la stessa storia (utopistiche espansioni termali trasformate in lottizzazioni residenziali) si era verificata anche per Battaglia, attorno a villa Selvatico. Ma qui una amministrazione avveduta (1995-2000) si è opposta al gioco fermandolo quando ormai era già approdato in Regione. E pur tra logoranti passaggi, fra Tar e Consiglio di stato, l’ha spuntata. Col risultato che tutti, anche tanti amministratori hanno potuto apprezzare sabato scorso con la inaugurazione del prestigioso recupero di villa Selvatico e del suo prezioso contesto salvato dalla cementificazione.
Almeno un’ultima domanda: ma è proprio da un termalismo gestito con questi criteri che si vuole che siano rappresentati i Colli nella richiesta di essere riconosciuti come riserva Mab Unesco?
Gianni Sandon – ex consigliere Ente Parco
Allegati: articoli Mattino di Padova 24 – 26 – 28 e 29 marzo 2023 e 6 aprile 2023
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