Non favorisce la nascita di nuove attivita’ aziendali: di fronte a questo fallimento persone serie si sarebbero gia’ dimesse.
Vedere il Comune di Monselice quasi all’ultimo posto nell’indice di attrattività fiscale stilato da Confartigianato, mette ulteriormente a nudo il fallimento delle Amministrazioni del Sindaco Francesco Lunghi. Sui 52 Comuni con più di 5.000 abitanti presi a campione, Monselice risulta avere una tassazione maggiore di tutti, determinata dalla somma di IMU, TASI,TARES, Oneri di Urbanizzazione, aliquota IRPEF, tariffa del servizio idrico integrato.
Avere una tassazione così elevata non invoglia certamente le aziende a stabilire la loro attività nel nostro Comune, un fatto che messo insieme all’immagine di degrado e abbandono che si respira nella nostra area industriale e commerciale, produce l’allontanamento di qualsiasi ipotesi d’investimento.
Certo che l’assessore, nonché vice-Sindaco Andrea Parolo con infinite Deleghe (Bilancio, Tributi, Programmazione, Controllo di Gestione, Patrimonio, Artigianato, Commercio, Industria, Agricoltura e Sportello Unico Attività Produttive) che quando presenta il Bilancio o i provvedimenti di tassazione, appare al pubblico come un “maghetto della finanza”, dovrebbe spiegare ora questa misera realtà.
Gli spazi per ridurre la tassazione ci sono tutti. Basterebbe non assecondare più le manie di grandezza del Sindaco (la Complanare da 15 milioni di euro la più esemplificativa), si dovrebbero decurtare quelle opere infrastrutturali appositamente gigantesche (basti pensare all’incredibile dimensione e numero delle rotonde sviluppate in tutto il territorio di Monselice), si dovrebbero eliminare gli sprechi che allignano in ogni intervento pubblico (dalle fontane alle piazze), si dovrebbero esigere i pagamenti da parte dei grandi costruttori (Monselice Uno insegna), si dovrebbero evitare i continui ricorsi ai mutui che hanno prodotto un debito di oltre 24 milioni di Euro e un milione e duecentomila € l’anno d’interessi e rata capitale.
Bisogna assolutamente abbassare la tassazione, rendere più accogliente e dotata di servizi l’area industriale e commerciale, favorire il riuso del patrimonio sfitto per incentivare quegli investimenti di cui il nostro Comune ha bisogno come il pane.
Persone serie, dopo aver letto questi dati, non avrebbero esitato un attimo a dimettersi per manifesta incapacità, per ritornare a dedicarsi a lavori dove forse sono più portati…
L’articolo de “Il Gazzettino” 25-02-2015