Fermato il progetto della diga sull’Adige

La Commissione tecnica Regionale incaricata della valutazione del progetto presentato dalla ditta Lagarina Hidro Srl, che prevedeva la costruzione di una diga sull’Adige in località La Rosta di Badia Polesine, a cavallo tra le province di Rovigo, Padova e Verona, ha espresso parere negativo.

La notizia è stata diffusa dal sindaco di Barbona Francesco Peotta, in prima fila tra gli oppositori del progetto. Si attende ora la formalizzazione di questo parere che dovrà essere recepito in un decreto emesso dall’ingegner Umberto Anti (direttore della sezione del bacino idrografico Adige Po’ ex Genio Civile di Rovigo) e la successiva pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto.

Ricordiamo che la costruzione della Diga, utile a provocare un salto d’acqua di oltre 5 metri era finalizzata all’attivazione di una centrale idroelettrica da 8 mila kilowatt, con un costo netto di 42,5 milioni di euro.

La barriera avrebbe provocato stabilmente un innalzamento del livello medio attuale dell’Adige, di fatto uno stato di piena permanente con conseguente riduzione della sicurezza idraulica, oltre al blocco dei sedimenti di fondo, la risalita del cuneo salino, la riduzione della disponibilità dell’acqua per l’irrigazione a valle della Diga.

Ma a preoccupare particolarmente era anche l’interferenza con il canale scolmatore, pronto a riversare nell’Adige il carico di veleni contenuti nel Fratta-Gorzone, fatto che avrebbe potuto compromettere ulteriormente la qualità dell’acqua attinta dagli acquedotti che si trovano sull’asta del fiume.

Per questi motivi contro il progetto si è costituito un ampio fronte composto di amministratori, movimenti, comitati ed enti consortili che hanno affiancato ai momenti informativi, iniziative e mobilitazioni, fino alla presentazione di decine di puntuali osservazioni.

Il Comitato popolare “lasciateci respirare” ha dato il suo contributo partecipando al dibattito, presentando un’articolata osservazione, ma soprattutto svelando che nel gioco di scatole societarie, la Lagarina Hidro Srl, altro non era che l’emanazione di società del gruppo Vittadello che risultavano protagoniste di numerosi scandali relativi a corruzione e smaltimento illegale di rifiuti, ultimi dei quali “Mafia capitale” e ANAS.

Un risultato positivo, che non deve farci abbassare la guardia e nel contempo, deve far aumentare la consapevolezza della forza che può avere un territorio nel contrastare progetti finalizzati alla speculazione di pochi, a danno della salute e dell’ambiente di tutti.

Comitato popolare “lasciateci respirare”

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